Secondo il TALIS (Teaching and Learning International Survey), il piccolo Stato di Singapore vanta una classe docente particolarmente motivata: i suoi 33.000 insegnanti, infatti, sono tra quelli che lavorano più a lungo e con più impegno rispetto ai colleghi di tutti gli altri Paesi. Non solo, sono anche tra i più giovani: 36 anni, contro i 43 della media dei Paesi della TALIS.
La ‘Teaching and Learning International Survey’ è un’indagine promossa e coordinata dall’OCSE, che valuta gli ambienti di apprendimento, le condizioni di insegnamento e tutti gli aspetti rilevanti dell’attività professionale dei docenti. Condotta per la prima volta nel 2008, viene riproposta ogni cinque anni, e coinvolge 34 Paesi. Gli insegnanti di Singapore lavorano 48 ore a settimana (10 ore in più della media TALIS), oltre alle ore in classe ne spendono 8 per pianificare le lezioni, 9 per correggere i compiti e 5 per svolgere incarichi amministrativi. Più di loro sono impegnati soltanto i docenti giapponesi che, con nipponica dedizione, lavorano 54 ore a settimana.
Sopra la media anche i colleghi statunitensi, con 45 ore al loro attivo. E l’Italia? Innanzitutto detiene il primato della classe docente più anziana, 49 anni, 6 in più della media TALIS. Esattamente 6 in meno della media, invece, le ore lavorative (36 contro 43), delle quali 5 vengono dedicate a preparare le lezioni, 4 a correggere i compiti, 2 a fare lavoro amministrativo. A differenza della maggioranza degli altri Paesi, poi, una quota consistente (52%) dei docenti italiani della scuola secondaria è entrata nell’insegnamento senza aver mai ricevuto una formazione pedagogica e didattica specifica.