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Gli aiuti di Stato tengono a galla la Borsa di Shangai ma non spazzano le nubi dall’Europa

La Corea del nord ha fatto esplodere nella notte la sua prima bomba a idrogeno, contribuendo così a complicare una situazione geopolitica internazionale già rovente. La notizia ha indebolito le Borse dell’emisfero australe: Sidney -1,2%, Tokyo -1,1%. L’indice di Seul segna -1,1%. Anche Hong Kong è in terreno negativo.

Fa eccezione la Cina: la Borsa di Shanghai avanza dello 0,6%, Shenzhen +0,7%. Ma la ripresa dei listini cinesi è legata alle drastiche misure prese dalle autorità, tra cui il divieto di vendita di partecipazioni superiori al 5%. Nuove novità negative, invece, arrivano dall’economia: l’indice dei servizi segnala una crescita modesta, la peggiore degli ultimi 17 mesi.

WALL STREET, PIOVONO LE VENDITE SU APPLE

Mercati incerti anche a Wall Street: il Dow Jones ha chiuso poco sopra la parità (+0,06%), S&P e Nasdaq +0,2%. A far fallire il tentativo di rimbalzo dopo l’avvio anno più negativo dagli anni Trenta è stata soprattutto Apple, in calo del 2,5%. Sul Nikkei, il quotidiano giapponese che controlla il Financial Times, è comparsa la notizia di un sensibile calo degli ordini ai fornitori dell’iPhone 6.

Deludono anche i dati sulle vendite di auto a dicembre, positivi ma meno del previsto a chiusura di un anno record. Il titolo Ford arretra dell’1,8%, Gm -2,6%.

MILANO IERI LA BORSA MIGLIORE. OGGI AVVIO DEBOLE PER L’EUROPA

Si annuncia una partenza negativa per i listini europei. I futures segnalano ribassi in avvio a Londra (-42 punti), Parigi (-27) e Francoforte (-98). In Germania infuriano le polemiche sull’immigrazione dopo gli stupri che hanno caratterizzato la notte di Capodanno a Colonia. Tra le note macro positive la ripresa dell’occupazione in Irlanda e Spagna. 

In questa cornice solo Piazza Affari (+1,2%) ha messo a segno ieri un recupero superiore all’1%. Progressi meno accentuati per Londra (+0,72%), Parigi (+0,34%) e Francoforte (+0,26%). Tutte le piazze borsistiche hanno recitato lo stesso copione: inizio in frazionale rialzo, poi una frenata a metà giornata per il riaccendersi dei timori per i dati dell’inflazione nell’Eurozona. 

Il rendimento del BTP 10 anni è sceso all’ 1,51%, spread in calo a 95 punti base.

SALE LA SCUDERIA MARCHIONNE. SBERLA USA A VOLKSWAGEN

A sostenere Piazza Affari ieri ci ha pensato l’auto. Al contrario, su Francoforte ha pagato la frana di Volkswagen (-4,3%), colpita dalla decisione Usa di avviare un’azione legale contro il gruppo automobilistico per lo scandalo delle emissioni truccate. Nelle prime due sedute del 2016 il titolo ha già accumulato una perdita superiore al 10%.

Altra musica a Milano. Ferrari, al secondo giorno di quotazione a Piazza Affari, avanza del 2%. Mediobanca ha confermato la raccomandazione Outperform con un target price di 56 euro che promette sulla carta una rivalutazione del 25%. Il consenso aggiornato raccolto da Bloomberg vede 10 azionisti, con un bilancio di 5 suggerimenti di acquisto, 3 neutrali e 2 suggerimenti di vendita. Target medio 50 euro. 

Bene anche Fiat Chrysler (+2%). Gli analisti di Credit Suisse hanno confermato ieri il giudizio Outperform aggiornando il prezzo obiettivo dopo lo scorporo di Ferrari e portandolo a 13,60 euro dai 18,20 euro precedenti. Per Ubs il nuovo target è fissato a 9 euro dai 14 euro precedenti con rating Neutral.

MONTE PASCHI SOTTO TIRO A NUOVI MINIMI 

Giornata di rimbalzo per i bancari, tra cui spicca il quasi +2% di Intesa. Rialzi sotto l’1% per Unicredit (+0,62%), Ubi (+0,59%) e Banco Popolare (+0,74%). Balza all’occhio il nuovo tonfo con volumi di Monte Paschi, che nel corso della seduta ha toccato nuovi minimi a 1,116 euro per chiudere poco più sopra a 1,137 euro con un calo del 2,74%.

Il titolo paga la scarsa fiducia del mercato che, in assenza di novità sul fronte M&A, da un lato, e bad bank del Tesoro dall’altro, si sposta su titoli più appetibili anche in termini di prospettive di dividendi. Nel gestito inverte la rotta nel finale Anima (+2%). Giù Azimut (-1,1%) e Banca Mediolanum (-1,7%), che ha registrato a dicembre una raccolta netta di 956 milioni.

BLUE CHIPS, CORRONO FINMECCANICA E POSTE

Non sono mancati altri spunti positivi. Tra gli industriali spicca la performance di Finmeccanica (+3,96%) spinta dai giudizi positivi di Banca Imi, Banca Akros ed Equita Sim, che hanno confermato il giudizio buy. Ieri il gruppo ha rivelato che l’ammontare del contratto siglato il 31 dicembre con il Ministero dell’Interno è pari a 450 milioni di euro. 

Segue tra le blue chips la performance di Poste Italiane: +3,4%, a 7,20 euro. Bene anche Telecom Italia (+1,3%), sostenuta dal possibile merger in Francia tra le attività tlc di Bouygues e Orange. Dal Brasile arriva la notizia che Oì ha chiesto ad una banca cinese la disponibilità a sostenere un’offerta su Tim Brasil.

Tra le altre blue chips giornata di grazia per le utility: Enel +2%, Snam +2,5%, Terna +1,7%, Enel Green Power +2,3%. Dopo la fiammata di lunedì torna a indebolirsi il petrolio. A Piazza Affari Eni +0,9%, Saipem +1,5% e Tenaris +0,2%.

ARIA DI OPA SU PARMALAT, CONTINUA IL RALLY DI RECORDATI

Si mette in evidenza fuori dal listino principale Parmalat (+3,82%), su volumi quasi sei volte la media dell’ultimo mese. Torna a riscuotere credito l’ipotesi di un’Opa di Lactalis e successivo delisting del titolo. Emmanuel Besnier, patron di Lactalis (forte dell’85,60% del capitale) ha acquistato sul mercato un altro 0,23% per un controvalore intorno a 10,2 milioni di euro. 

Continua anche il rally di Recordati (+2,8%), che ha spinto la quotazione al nuovo record storico a 24,36 euro: il titolo è da tempo apprezzato dagli investitori: ha chiuso il 2015 con un guadagno dell’88%, quarto anno di seguito al rialzo.

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