Il progetto della multinazionale Glencore di produzione di litio a Portovesme non si farà. La società ha deciso di realizzarlo fuori dall’Italia. Una brutta e complicata vicenda del valore di 5 milioni di euro, conseguenza della decisione di sottoporre il progetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale.
Sono passati mesi per l’esame della pratica e alla fine la società ha detto che non ci sono tempi certi. La Regione Sardegna solo pochi giorni fa, infatti, ha iniziato a visionare il dossier. Un atteggiamento attendista che fa saltare un investimento in un campo altamente strategico. L’area industriale di Portovesme torna a soffrire di un indefinito sviluppo industriale
“La Portovesme srl (gruppo Glencore) ha comunicato che il progetto pilota Li Demo non si farà qui ma in un altro insediamento industriale fuori dall’Italia” è stata la reazione dei sindacati. La decisione di sottoporre il progetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale è ritenuta corretta, ma si è scontrata con l’assenza di certezza dei tempi. Non proprio una cosa marginale.
Cgil, Cisl, Uil parlano di situazione inaccettabile, mentre saltano 27mila ore lavoro e decine di nuove assunzioni. Un corto circuito politico tra il processo di decarbonizzazione e la negazione di piani industriali innovativi.
Regione e Governo sono stati diffidenti ma avrebbero potuto aprire un tavolo negoziale per non far demordere la società e soprattutto per dare segnali di buon volontà per la transizione energetica. Il Ministro Adolfo Urso aveva chiesto un piano industriale, ma a quanto sembra il tempo è passato senza nessuna sollecitazione che non portasse al dietrofront aziendale.
Il litio è tra le materie critiche strategiche e di grande utilità per le tecnologie verdi, in particolare per le batterie per veicoli elettrici. I sindacati hanno chiesto un incontro al ministero, ma se l’abbandono del “Li Demo” sarà confermato, come pensa il governo di Giorgia Meloni di attrarre investimenti e capitali ?