Cherry Sea, l’Osservatorio realizzato dalla startup fintech Cherry srl, ha analizzato l’ultima attività trimestrale delle prime venti “sezioni fallimentari” per volume di attività in Italia che compre le città di Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Roma, Torino, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza.
Dai dati emerge come, nonostante nel luglio 2022 sia entrato in vigore il nuovo Codice della Crisi, ad oggi i procedimenti delle Sezioni Fallimentari dei tribunali non sono ancora calati come nelle intenzioni del Legislatore.
Aumentano le procedure rispetto al 2022
Emerge dallo studio che nel corso dei primi tre mesi dell’anno il totale delle procedure aperte, sommando fallimenti e liquidazioni giudiziali, è aumentato del 4% con 1.072 pratiche sopravvenute: 218 di fallimento, (- 78% rispetto al 2022) e 854 di liquidazioni giudiziali.
Il tribunale che ha avuto il maggiore aumento risulta essere quello di Padova (168%) seguito da Treviso (+78%), Brescia (+46%) e Busto Arsizio (+44%). I tribunali, invece, che mostrano una riduzione di carichi sono Verona (-53%), Firenze (-45%) e Genova (-42%).
Roma si conferma primo tribunale per complessivi procedimenti aperti da inizio anno (215), seguito da Milano (188), Catania e Torino (rispettivamente 66). In coda, invece, Genova (18), Cagliari (20) e Verona (22).
Cosa dice il nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza
Nel nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza (CCII), entrato in vigore il 15 luglio 2022 e che sostituisce la precedente Legge Fallimentare, non si parla più di “Fallimento” ma di “Liquidazione Giudiziale”. La riforma è stata pensata e sviluppata dal Legislatore nell’ottica di favorire una diagnosi tempestiva della crisi di impresa per la salvaguardia della continuità aziendale. Se l’obiettivo del CCII è dunque quello di evitare il più possibile l’eventuale liquidazione del patrimonio dell’imprenditore insolvente, i numeri del primo trimestre del 2023 evidenziano però come questo risultato non sia ancora stato raggiunto. Ad oggi, posto le procedure fallimentari coesistono con le nuove liquidazioni giudiziali. Questo perchè fino all’entrata in vigore del nuovo codice (prima del 15 luglio in pratica) i ricorsi per la dichiarazione di fallimento depositati sono definiti secondo le disposizioni della Legge Fallimentare, mentre quelli presentati successivamente sono ora regolati dalle nuove norme vigenti.
Liquidazione Giudiziale: Milano al primo posto
I tribunali dove sono avvenute le maggiori nuove liquidazioni giudiziali (in seguito all’entrata in vigore della normativa) sono Milano, primo con 179 nuove pratiche sopravvenute, seguito da Roma (107), Catania (59) e Torino (58). Agli ultimi posti vi sono i tribunali di Genova e Cagliari (14), seguiti da Venezia (18) e Verona (19).
Fallimenti: Roma prima per pratiche aperte, Milano per quelle chiuse
Per quanto riguarda i procedimenti, posti sotto la Legge Fallimentare, sono stati aperti complessivamente 218 procedimenti fallimentari e ne sono stati chiusi 1.603 ( in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente). Lo stock di pratiche ammonta a 25.324 (in calo del 5%). Rispetto ai tribunali di tutta Italia si registra un calo del 79%. Nel primo trimestre del 2023, il primo tribunale per numero di procedimenti aperti si conferma essere quello di Roma con 108 ( anche se in calo del 50% rispetto al 2022). Milano, invece, si conferma il primo tribunale la cui sezione fallimentare da inizio anno ha portato a termine 322 pratiche.
I tribunali che presentano i procedimenti più voluminosi al 31 marzo 2023 si confermano essere quelli di Roma (4.778 fallimenti pendenti), Milano (3.177) e Bari (1.604). Chiudono la classifica le sezioni fallimentari di Modena (469), Busto Arsizio (523) e Genova con (594). A livello nazionale si contano ancora 57.420 procedure pendenti (-5,2%).
“Monitorare, raccogliere e analizzare i dati relativi alle nuove liquidazioni giudiziali e alle code delle procedure fallimentari in Italia ci ha permesso di catturare fenomeni interessanti come il fatto che, nonostante l’entrata in vigore del nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza, il totale di pratiche aperte nel primo trimestre dell’anno sia aumentato del 4% rispetto allo stesso periodo del 2022, in controtendenza dunque con le aspettative del Legislatore. L’intento della normativa CCII di evitare i il fallimento delle aziende non sembra dunque essersi ancora verificato, ci vorranno probabilmente ancora dei mesi di assestamento nel passaggio dalle vecchie alle nuove procedure giudiziali. Nel frattempo, gli insights che emergono dall’Osservatorio di Cherry Sea continuano ad essere un ottimo strumento per supportare i clienti nelle valutazioni strategiche nell’ambito del recupero crediti” ha affermato Giacomo Fava, Lead AI Engineer di Cherry Srl.