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Giudici tributari, nuova procedura di infrazione per l’Italia in arrivo dalla Ue. Ecco quanto ci costano le violazioni

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Sull’Italia incombe un’altra procedura di infrazione – sarebbe la settantaduesima – da parte della Ue. Nel mirino le discriminazioni nei confronti dei giudici tributari. In particolare, le condizioni di lavoro, tra cui la remunerazione, le ferie annuali e le misure di sicurezza sociale. La Commissione europea “ha ricevuto di recente diverse denunce di giudici tributari”, ammette Nicolas Schmit, commissario europeo per il Lavoro e gli affari sociali, rispondendo in particolare a una interrogazione dell’europarlamentare italiano Aldo Patriciello (FI/Ppe). E, di fronte alle denunce, “i servizi della Commissione stanno attualmente valutando la conformità della legislazione nazionale riformata alle prescrizioni del diritto dell’Ue, fa sapere Schmit.

Procedura d’infrazione: quanto ci costano le violazioni

E se le verifiche accertassero una difformità del diritto italiano con quello europeo, potrebbe scattare da parte della Commissione l’intimazione al nostro governo di adeguati correttivi. In sostanza: invio della lettera di costituzione in mora e quindi l’apertura della procedura di infrazione. Che per l’Italia si aggiungerebbe alle 71 già a carico: 57 per violazione del diritto dell’Unione e 14 per mancato recepimento di direttive (aggiornamento al 7 febbraio scorso). E ovviamente con un costo per le casse statali. Tanto per farsi un’idea: tra il 2012 e il 2021 l’Italia ha dovuto pagare oltre 800 milioni di euro per il mancato adeguamento al diritto Ue.

Procedura d’infrazione, cosa chiedono i giudici tributari

I giudici tributari in Italia sono poco meno di 3mila: 1.547 giudici ordinari togati e 1.396 laici (giudici onorari). L’attenzione di Bruxelles si concentra – puntualizza Schmit – sul “rispetto del principio di non discriminazione dei lavoratori a tempo parziale rispetto ai lavoratori a tempo pieno comparabili alla luce delle differenze di trattamento tra i giudici tributari e i magistrati tributari ai sensi delle norme nazionali riformate”.

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