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Giudici tributari, nuova procedura di infrazione per l’Italia in arrivo dalla Ue. Ecco quanto ci costano le violazioni

Nel mirino della Commissione Ue le discriminazioni nei confronti dei giudici tributari: remunerazione, ferie e sicurezza sociale. Tra il 2012 e il 2021 i mancati adeguamenti dell’Italia al diritto europeo sono costati 800 milioni di euro

Giudici tributari, nuova procedura di infrazione per l’Italia in arrivo dalla Ue. Ecco quanto ci costano le violazioni

Sull’Italia incombe un’altra procedura di infrazione – sarebbe la settantaduesima – da parte della Ue. Nel mirino le discriminazioni nei confronti dei giudici tributari. In particolare, le condizioni di lavoro, tra cui la remunerazione, le ferie annuali e le misure di sicurezza sociale. La Commissione europea “ha ricevuto di recente diverse denunce di giudici tributari”, ammette Nicolas Schmit, commissario europeo per il Lavoro e gli affari sociali, rispondendo in particolare a una interrogazione dell’europarlamentare italiano Aldo Patriciello (FI/Ppe). E, di fronte alle denunce, “i servizi della Commissione stanno attualmente valutando la conformità della legislazione nazionale riformata alle prescrizioni del diritto dell’Ue, fa sapere Schmit.

Procedura d’infrazione: quanto ci costano le violazioni

E se le verifiche accertassero una difformità del diritto italiano con quello europeo, potrebbe scattare da parte della Commissione l’intimazione al nostro governo di adeguati correttivi. In sostanza: invio della lettera di costituzione in mora e quindi l’apertura della procedura di infrazione. Che per l’Italia si aggiungerebbe alle 71 già a carico: 57 per violazione del diritto dell’Unione e 14 per mancato recepimento di direttive (aggiornamento al 7 febbraio scorso). E ovviamente con un costo per le casse statali. Tanto per farsi un’idea: tra il 2012 e il 2021 l’Italia ha dovuto pagare oltre 800 milioni di euro per il mancato adeguamento al diritto Ue.

Procedura d’infrazione, cosa chiedono i giudici tributari

I giudici tributari in Italia sono poco meno di 3mila: 1.547 giudici ordinari togati e 1.396 laici (giudici onorari). L’attenzione di Bruxelles si concentra – puntualizza Schmit – sul “rispetto del principio di non discriminazione dei lavoratori a tempo parziale rispetto ai lavoratori a tempo pieno comparabili alla luce delle differenze di trattamento tra i giudici tributari e i magistrati tributari ai sensi delle norme nazionali riformate”.

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