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Giro: vince Mohorici, Chaves alla deriva

Giro d'Italia

Nel giro di un giorno passare dall’essere in corsa per vincere il Giro a rischiare di finire fuori tempo massimo, precipitando dal secondo posto in classifica al 39esimo con un ritardo di oltre 25 minuti: per Esteban Chaves la tappa più lunga del Giro, da Penne a Gualdo Tadino, si è trasformata presto in un calvario interminabile e sempre più penoso. Il colombiano, che in questo Giro aveva vinto alla grande la tappa dell’Etna, è andato in crisi – colpa di un’allergia respiratoria – sulle prime rampe del Gpm di 2nda categoria, la Fonte della Creta, che il Giro affrontava per la prima volta passando per Rigopiano a ricordo dell’immane tragedia e delle sue 29 vittime.

Nella discesa successiva Chaves cercava di riagganciare il gruppo davanti che comprendeva tutti gli uomini di classifica. Sembrava fatta, che il buco potesse essere ricucito, perché il distacco si stava assottigliando fino a scendere a circa un minuto, anche grazie all’aiuto della Quick-Step Floors di Elia Viviani, che dava regolari cambi a Chaves e ai due gregari che la Mitchelton-Scott aveva messo a sua disposizione.

Una tappa non semplice da gestire nemmeno per la squadra della maglia rosa Yates, con i suoi due big uno pimpante in testa e l’altro in forte difficoltà in coda. Yates ovviamente non tirava ma davanti erano in tanti a pigiare forte sui pedali per mettere fuori dai giochi un avversario tra i più temibili per il podio e così invece di diminuire lo svantaggio di Chaves ricominciava a salire fino ad assumere le proporzioni della resa quando Viviani, capendo di non poter più vincere la tappa, ordinava ai suoi di tirare i remi in barca.

E senza più il supporto della Quick-Step per Chaves è stata la deriva, risucchiato in un gruppo di sbandati il cui l’unico obiettivo era ormai pedalare quel tanto che bastasse per non andare fuori tempo massimo. Il disastroso verdetto della strada ha avuto un immediato impatto sulle scommesse dei bookmakers per la vittoria finale, facendo impennare da 9 a 500 la quotazione di quella di Chaves: un kappao tremendo e senza appello.

A tener alto il morale della Mitchelton-Scott è stato però Yates che in maglia rosa si è anche tolto la soddisfazione di riacciuffare Pinot che aveva allungato in vista del traguardo volante di Sarnano per poi batterlo e intascare i 3” in palio. Un gesto che la dice lunga sulla voglia e sullo stato di forma di Yates, che vuole vincere il Giro ma che sa – temendo la cronometro di Rovereto – che non potrà concedere nulla ai suoi avversari a cominciare da Dumoulin fino allo stesso Froome – rientrato nella top ten per l’uscita di Chaves – che ieri ha dato qualche segno di ripresa.

“I need seconds”, ha risposto Yates nel dopo-corsa a chi gli chiedeva del perché della volata vincente al traguardo volante. La tappa con il crollo di Chaves ha chiarito in casa Mitchelton, semmai c’erano dei dubbi, chi è da oggi il numero uno. E sono in molti, come, ad esempio, Mario Cipollini, a sostenere che per Pinot e gli altri rivali di Yates l’aver fatto fuori Chaves non sia stata una mossa tanto vantaggiosa. E’ vero che non c’è un avversario in meno per il podio finale ma da oggi Chaves si metterà al servizio di Yates, un aiuto non da poco per la maglia rosa soprattutto nelle grandi tappe di montagna, a partire dallo Zoncolan di sabato.

Il dramma di Chaves è stato il leit motiv dominante della decima tappa del Giro che non era mai arrivato prima di ieri a Gualdo Tadino. E sul traguardo della città umbra ha vinto per la prima volta lo Motj Mohorici, in fuga con altri coraggiosi fin dai primi km della tappa. Lo sloveno, un giovane dalle notevoli potenzialità, ha battuto allo sprint il tedesco Nico Denz. A 34” Sam Bennett regolava un gruppo di una sessantina di corridori comprendente tutti gli uomini classifica, anche Dumoulin e Carapaz vittime di forature che hanno complicato il loro finale di tappa. Chaves arrivava 135esimo a 25’25” dal vincitore.

Distrutto ma ancora in grado di sorridere al Processo della Tappa della Rai: “Pochi giorni fa ho vissuto uno dei miei giorni più belli, oggi il peggiore per il morale. Ma è la vita”. Ha provato a consolarlo anche il compagno Yates, la maglia rosa che grazie all’abbuono in classifica ha allungato in classifica di 3” sui suoi rivali, con Dumoulin ora secondo a 41”, Pinot terzo a 46”.Pozzovivo quarto a un 1’ esatto, Carapaz quinto a 1’23”. Chiude la top ten Chris Froome a 2’30”. Aru è 14esimo a 2’39”.

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