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Giro: super Nibali dà spettacolo con una cronoscalata-monstre

Straordinario nel vento e nella pioggia, Nibali ha fatto il vuoto, firmando nella cronoscalata di oggi un successo che mette il sigillo del padrone a un Giro che lo Squalo ha dominato alla grande. La maglia rosa, scatenata dalla prima pedalata all’uscita del velodromo di Mori fino all’ultima con il pugno alzato da trionfatore sul traguardo di Polsa, stava per raggiungere Cadel Evans, il grande sconfitto della giornata che, pur lottando come un leone ferito, ha addirittura rischiato di essere raggiunto da Nibali partito tre minuti prima. Al traguardo il distacco dell’australiano, giunto 25esimo, è stato fissato in 2’36”. La classifica non poteva non essere sconvolta dall’eccezionale performance del leader siciliano dell’Astana. Ora Evans è sempre secondo ma il suo ritardo è salito a 4’02”, incalzato a 10” da Uran Uran che – oggi quarto a 1’26” – ha perso altro terreno dalla maglia rosa ma si è avvicinato di molto all’australiano.

Dopo il podio senza italiani del Giro 2012, l’edizione di quest’anno segna la riscossa del nostro ciclismo anche grazie a Michele Scarponi, che arrivando quarto a 1’21” da Nibali nella crono di oggi – una prestazione al di là delle più rosee previsioni – ha rosicchiato 5 secondi a Uran e ben 1’15” a Evans. Il marchigiano della Lampre-Merida è quarto con un distacco di 5’14” dal primato ma è appena a 1’02” da Uran. Bella anche e la lotta tra Maika e Betancur per maglia bianca di leader dei giovani. Dopo la crono per due secondi è tornata sulle spalle di Maika. Clamorosa ma senza grossi danni la disavventura della maglia azzurra di Pirazzi, che per un errore di comunicazione alla partenza, è scattato con quattro minuti di ritardo. Ma Pirazzi non se l’è presa più di tanto anche perché ha conservato il simbolo di miglior scalatore, malgrado un piazzamento dietro a Mark Cavendish. Il che è tutto dire.

“Volevo lasciare un segno in questo Giro”, ha detto Nibali, sceso dalla bici dopo la spettacolare cavalcata, con la serenità e la compostezza di sempre. Un segno che ha tolto a Samuel Sanchez la gioia di un successo che ha lungo cullato, un sogno per lo spagnolo – che ogni tanto si ricorda di essere stato anche un campione olimpico – svanito in extremis quando sul rettilineo d’arrivo ai 1.250 metri di Polsa, è piombato come un falco l’assoluto dominatore del Giro. Giro di cui si conosce già il vincitore ma non ancora il percorso delle due prossime tappe, con il Gavia più incerto dello Stelvio, e con la neve che minaccia sabato di imbiancare le Tre Cime di Lavaredo.

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