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Giro: sontuoso bis per Greipel

Torna la volata di gruppo e lo sprint parla sempre tedesco: a Foligno – fuori gioco Kittel attardato da un incidente meccanico a 5 km dall’arrivo – è ancora André Greipel a imporsi di potenza, pur partendo in ritardo, infilandosi in un varco tra Nizzolo e Modolo che ancora una volta si devono piegare al “Deutsch uber alles”. Per lo sprinter di Rostock, detto il Gorilla, un volto all’antica da operaio della ex-Ddr, è la quinta vittoria al Giro e anche la prima sua doppietta nella corsa rosa. Con il successo di ieri a Spoleto Greipel supera Rudy Altig e Marcel Kittel fermi a quattro. Una sfida tutta tra panzern suscettibile di essere ancora aggiornata nel corso del Giro perché verranno altre tappe per velocisti fatte su misura per esaltare la superiorità degli sprinter della Merkel. “Sono dei pesi massimi, i nostri dei pesi medi”, ha sentenziato uno che in fatto di volate non aveva rivali come Mario Cipollini, intervistato sul perché dell’ennesima sconfitta di Nizzolo e Modolo. “Contano le mie gambe, non i dati”,  spiega il Gorilla a chi gli chiedeva quanti watt avesse eploso nella volata.  Contro Greipel e Kittel di questi tempi perdono non solo gli italiani ma anche altri Vip delle volate come il francese Arnaud Démare, due volte secondo a Arnhem e Benevento, che ieri a Spoleto è rimasto invischiato nel traffico finendo solo 14esimo sul traguardo che nel 2014 aveva visto uno dei tre successi di un altro francese, Nacer Bouhanni.

Oltre a regalare alla sua squadra, la Lotto Soudal, la terza vittoria consecutiva  all’indomani del trionfo di Tim Wellens da ieri nuova maglia azzurra degli scalatori,  Greipel ha conquistato anche la maglia rossa di leader della classifica a punti strappandola a Kittel, colpito dalla jella, quando già il Giro pregustava la madre di tutti gli sprint con una sfida stellare due tutta tedesca. Nella tappa della grande doppietta di Greipel, gli uomini di classifica non hanno minimamente infastidito il primato di Tom Dumoulin dopo le schermaglie di giovedì sulle rampe finali di Aramogna con la frustata della maglia rosa olandese che ha lasciato secco Nibali.  Ma dopo la frazione di trasferimento di ieri,  il Giro sta per affrontare un week-end che potrebbe essere il primo spartiacque delle ambizioni  dei big: già oggi la corsa offre occasioni di imboscate a chi vuole osare con la salita, per oltre 6 km su sterrato, dell’Alpe di Poti con pendenze anche a due cifre a 10 km dall’arrivo su un rettlineo in discreta ascesa di Arezzo. Nella città ieri di Fanfani e di Gelli, oggi dei Boschi  e della disastrata Banca Etruria, il Giro torna per la 12esima volta: l’ultima fu nel 2003 con la vittoria di Mario Cipollini.  Seguirà domani domenica l’attesissima crono del Chianti di 40,5 km da Radda a Greve, un percorso tosto che darà la prima scossa vera alla classifica con Tom Dumoulin gran favorito. E l’olandese non fa nulla per nascondersi, anzi si candida come vincitore. Una chance ghiotta per dare spessore alla sua maglia spessore allungando il vantaggio che oggi è solo di secondi su Nibali e Valverde in vista delle montagne che si stanno avvicinando.

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