In attesa che la strada si inerpichi su qualche montagna il Giro resta ai piedi di Marcel Kittel. Troppo forte il tedesco perché qualcuno possa insidiargli oggi lo scettro dei velocisti. Più che una volata, il bis di ieri sul traguardo di Arnhem, è stato un assolo portentoso che ha annichilito ancora una volta i coraggiosi che hanno cercato di sfidarlo. A Nijmegen, sabato, sono stati Arnaud Démare e Sacha Modolo finendo staccati di una macchina.
Ieri è stata la volta Elia Viviani e Giacomo Nizzolo e Viviani con lo stesso esito: sbaragliati dal tedesco che negli ultimi cento metri è partito come un missile creando il vuoto alle sue spalle. Nella mischia finale c’era anche André Greipel ma il Gorilla non è andato al di là del quarto posto. Solo ottavo Démare in una giornata iellata per i francesi che hanno perso per una caduta il 38enne Christophe Péraud, che dopo il secondo posto al Tour dell’anno scorso era venuto per la prima volta a correre il Giro, nella sua ultima stagione agonistica, con qualche fondata speranza di classifica.
Com’era nei suoi programmi, Kittel già maglia rossa di leader della classifica a punti, con il secondo abbuono di 10” di ieri, ha conquistato anche la maglia rosa sfilandola all’olandese Tom Dumoulin. Un bis che segue quello identico ottenuto dallo sprinter tedesco nelle prime due tappe irlandesi del Giro del 2014. Allora il Giro da Dublino rientrò in Italia in Puglia, giusto in tempo per Kittel per annunciare a Bari il suo clamoroso ritiro a causa di un’improvviso attacco febbrile.
Immediati furono i retro-pensieri che suscitò una simile decisione. Oggi Kittel sbarcherà in maglia rosa con tutta la carovana del Giro in Calabria, pronto a ripartire domani per la quarta tappa da Catanzaro a Praia a Mare. Non dovrebbero esserci colpi di scena. Il tedesco, un fisico da Marcantonio, lascia l’Olanda in piena salute e con il proposito di vincere al Giro anche in Italia. Sarebbe la prima volta, perché finora Kittel ha vinto quattro tappe tutte all’estero.
In classifica, al di là del cambio di maglia rosa tra Dumoulin e Kittel, distacchi invariati tra i migliori che non si sono lasciati sorprendere dai pericolosi ventagli creati dal vento che hanno spezzato il gruppo in vari tronconi. Nibali, Valverde, Landa e Dumoulin sono stati attenti a rimanere in quello di testa. Tra i dispersi nelle retrovie un italiano dal passato importante, Damiano Cunego, arrivato con uno dei drappelli di ritardatari a oltre 6 minuti dai primi che comprendeva anche Fabian Cancellara. Ancora più indietro Primoz Roglic, che è così precipitato nei bassifondi della classifica dopo aver sfiorato la maglia rosa nella crono iniziale di Appeldoorn, battuto per un centesimo di secondo da Dumoulin.