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Giro d’Italia: parte da Napoli la sfida Nibali-Wiggins

Il Giro è pronto ad aggiungere un nuovo capitolo alla sua storia secolare. L’ultimo, l’anno scorso, si era chiuso con la vittoria a sorpresa di un canadese, Ryder Hesjedal che sul filo di lana, nella cronometro di Milano, ha strappato per 13” la maglia rosa a Joaquin Rodriguez. A detta di Pier Bergonzi, giornalista della Gazzetta, grande conoscitore del mondo delle due ruote, una vittoria di quelle che capitano periodicamente al Giro al termine di un ciclo, come fu De Muynck sul finire della stagione di Gimondi e Merckx o Berzin al capolinea di quella di Indurain. Il canadese che vive tra Girona e le Hawai arriva dopo il declino degli anni di Basso, due volte vincitore del Giro. Una figura di outsider che Hesjedal – che ha scelto di fare il ciclista perché stufo di praticare sport di squadra e di perdere per colpa degli altri – punta a cancellare presentandosi in maglia rosa alla partenza del 4 maggio da Napoli. Tra gli avversari non troverà più Rodriguez che ha preferito saltare il Giro per prepararsi per il Tour, ma due rivali ancora più gallonati che l’anno scorso non c’erano al Giro: Bradley Wiggins, il vincitore del Tour 2012, e Vincenzo Nibali, lo “Squalo” in cerca di un successo che lo legittimi tra i big. Sono proprio loro i due grandi favoriti della corsa rosa che quest’anno si è divertita a saltare da una parte all’altra dell’Italia, alla ricerca di traguardi nuovi senza però trascurare le grandi montagne del Nord. Ne è venuto fuori un percorso ben assortito, con sette tappe per velocisti, tre cronometro di varia altimetria, e il resto tanta grande montagna: Galibier, Gavia, Stelvio, Tre Cime di Lavaredo tanto per citare i quattro giganti del Giro di quest’anno. In tutto i girini dovranno scalare un dislivello di 42 mila metri.

Wiggins, a inizio stagione, aveva messo il Giro come primo obiettivo tanto da rinunciare al Tour. Per il Team Sky era una scelta che risolveva nel migliore dei modi la difficile coesistenza di Wiggo con Chris Froome, destinato a essere l’uomo di punta della squadra inglese per il Tour. Wiggins in queste ultime settimane ha cambiato però idea: vuole correre anche il Tour sognando la grande abbinata riuscita a pochi campioni del passato. Una decisione che alcuni vedono, però, dettata solo dalla voglia di rompere le uova all’ex gregario che anche al recente Tour de Romandie, vincendolo alla grande, ha dimostrato una potenza in salita che Wiggins non ha. L’inglese ha dalla sua tre cronometro, in particolare i 54,8 km da Gabicce Mare a Saltara dove può infliggere anche due-tre minuti a Nibali. Ma il leader siciliano dell’Astana ha a disposizione tante salite da non poter avere grandi alibi in caso di fiasco. Questo è il Giro fatto su misura per lo Squalo. Senza Contador (che tornerà al Tour), senza Froome, Nibali – già vincitore di una Vuelta nel 2010 – ha la grande occasione per dare spessore a una carriera finora ricca più di podi che di primi posti. E’ lui l’alfiere delle speranze italiane. Assente Basso che ha dato forfait all’ultimo momento, della vecchia guardia non resta che Michele Scarponi, ma pur avendo dato qualche segnale di vita nelle classiche delle Ardenne, il vincitore a tavolino del Giro 2011 sembra destinato anche quest’anno a un ruolo di contorno. Tra gli stranieri, oltre a Hesjedal, da segnalare il ritorno di Cadel Evans, l’australiano vincitore del Tour 2011 ma reduce da una stagione assai deludente. A 36 anni suonati, risalire la china è dura. Evans ci prova anche in vista del Tour.

Per la prima maglia rosa al termine della tappa tutta napoletana un nome su tutti: quello di Mark Cavendish, leader della Omega Pharma Quick Step, il re dei velocisti. Se la dovrà vedere con i soliti Goss, Modolo e Bennati oltre che una new entry per il Giro , il tedesco Degenkolb, dominatore delle volate alla Vuelta 2012.

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