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Giro d’Italia: Kluge beffa Nizzolo

Via Marcel Kittel ad Arezzo, fuori anche André Greipel a Bibione, dopo questi due ritiri dal sapore di vere e proprie diserzioni, Giacomo Nizzolo, ereditata da Greipel la maglia rossa, si era vista la strada spalancata per realizzare quanto va cercando da quando è professionista dal 2011: una vittoria di tappa al Giro dopo tanti piazzamenti dietro ai due tedeschi, che se ne sono andati con un bottino complessivo di cinque tappa, due il Marcantonio biondo, tre il Gorilla di Rostock.

Per questo Nizzolo aspettava che passassero le Dolomiti e arrivasse dopo tante salite ostili la tappa di Cassano d’Adda, tutta pianeggiante, ideale per un velocista come lui, il migliore del lotto dopo tanti ritiri, compreso quelli di Viviani e, ultimi ad andarsene ieri, anche di Mezgec e Kaleb Ewan. Ma ecco che a infrangere i sogni del corridore della Trek, sul traguardo di Cassano, patria di Gianni Motta, ci si è messo un altro tedesco, Roger Kluge, del tutto sconosciuto al grande pubblico ma bravo nell’allungo finale che beffa tutti gli sprinter rimasti nel gruppo, portando a sei le vittorie dei panzern in questo Giro.

Nizzolo è ancora una volta secondo, sempre più maglia rossa perché incamera altri punti preziosi che allontanano la minaccia portata da Diego Ulissi. Delusi sono in tanti: oltre a Nizzolo, ci sono Sacha Modolo e Matteo Trentin ancora una volta piazzati ma mai vincenti. Mastica amaro anche Filippo Pozzato che dopo il ponte dell’Adda aveva tentato una progressione dando l’impressione di potercela fare. Non sono di buon umore nemmeno Daniele Oss, il belga Bak, l’albanese Zhupa, il lituano Konovalovas e i russi Beltrov e Brutt; cioè i sei della fuga che ha animato la tappa, finita sul rettifilo che da Treviglio porta a Cassano.

L’unico a gioire dell’esito della tappa è ovviamente Kluge, che realizza la vittoria più importante della sua carriera trascorsa in pista più che sulla strada, proprio nel giorno in cui la sua squadra, la Iam svizzera, ha deciso di chiudere la saracinesca. Tappa che veniva dopo le fatiche dolomitiche e alla vigilia del primo assaggio delle Alpi a Pinerolo che non ha prodotto alcuna scossa nella classifica che vede saldamente in maglia rosa sempre l’olandese Steven Krujiswjick: una frazione che è servita anche a Vincenzo Nibali, il grande sconfitto delle Dolomiti, a recuperare un po’ di morale in vista dei tapponi alpini di Risoul e Sant’Anna di Vinadio.

Stamattina andrà dal medico per alcune analisi che dovranno chiarire le cause della scarsa resa nella cronoscalata e ad Andalo. Ma lo Squalo non intende mollare e vuole onorare l’impegno fino in fondo anche se lui stesso ammette di non essere al meglio.

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