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Giro d’Italia: Ischia incorona re Wiggins, maglia rosa a Salvatore Puccio

Il Giro chiude la due giorni nel golfo di Napoli, tornando sulla terraferma dopo la crono a squadre di Ischia con una certezza: se Bradley Wiggins è l’uomo da battere, Nibali è più che pronto alla sfida. Nei 17.4 km di oggi contro il tempo ha sì trionfato, come da pronostico, il Team Sky di Wiggo, ma lo Squalo con l’Astana, terza all’arrivo dietro la sorprendente Movistar seconda, ha limitato i danni ad appena 14 secondi.

“Va bene così..!”, ha commentato Nibali subito dopo tagliato il traguardo a chi gli chiedeva se fosse preoccupato per il distacco. Ci saranno tante montagne e tanti arrivi in salita – per giunta quest’anno con il ripristinato abbuono di 20” al vincitore – per riprendersi quell’inezia persa oggi sullo spettacolare tracciato dell’isola campana. Non era la tappa odierna quella in cui si doveva tastare la forma di Wiggins: sarebbe stato sorprendente in negativo per il vincitore dell’ultimo Tour se non avesse inflitto qualcosa a Nibali e al resto dei suoi rivali più quotati. Anche Michele Scarponi, capofila della Lampre, se l’è cavata forse meglio del previsto perdendo 24”. E avrebbe perso anche meno se sull’ultima breve salita i Lampre non si fossero trovati – dei nove alla partenza – appena in quattro. Il regolamento vuole che il tempo venga misurato sul quinto arrivato di ogni squadra: Scarponi ha quindi dovuto rallentare per agevolare il ritorno del compagno ritardatario.

Più drammatica è stata la situazione dell’Euskatel, l’equipe di Samuel Sanchez, uno dei nomi gettonati come possibile sorpresa del Giro. Al traguardo si sono presentati solo in quattro e hanno dovuto aspettare lunghi secondi che parevano minuti il quinto compagno che si era perso per strada. Risultato: Sanchez riparte domani nella terza tappa che porterà i girini da Sorrento a Marina di Ascea con un ritardo di 1’01” da Wiggins. Una batosta imprevista e dura da digerire. Altri sconfitti della giornata sono Cadel Evans e Ryder Hesjedal. Soprattutto quest’ultimo, il canadese vincitore del Giro dell’anno scorso, era dato alla vigilia come uno dei favoriti nella crono a squadre. Ma la sua Garmin Sharp, vincitrice nell’analoga tappa di Verona dodici mesi or sono, ha fortemente deluso oggi a Ischia tagliando la fettuccia d’arrivo con un tempo più alto di 25” rispetto al Team Sky. Male è andata anche la Bmc Racing di Cadel Evans staccata di 37” dal treno di Wiggins. Mai pervenuta in corsa l’australiana Orica GreenEdge di Mattew Goss, nona a 28”, che pur godeva di qualche pronostico.

Non ce l’ha fatta a difendere la sua maglia rosa, Mark Cavendish, che pur si è visto spesso in testa a fare l’andatura anche in salita (una sorta di ossimoro per lui velocista nato riluttante alle montagne!): alla fine con i compagni dell’Omega Pharma ha lasciato sul terreno 48 secondi, più del doppio del vantaggio con cui era partito grazie all’abbuono di 20” ottenuto con la splendida volata vittoriosa di Napoli. Così la maglia rosa dalle spalle di uno dei più noti e ricchi fuoriclasse del ciclismo d’oggi è finita sulle spalle di un giovane quasi sconosciuto, Salvatore Puccio, siciliano di Agrigento ma residente ad Assisi, premiato con il simbolo del primato grazie al miglior piazzamento ottenuto nella prima tappa di ieri rispetto ai suoi compagni del Team Sky: Wiggins, Henao, Cataldo e Uran. Ma non è mai impresa da poco per un neofita del Giro essere stato capace di tenere il ritmo “intelligente” ma sempre impressionante di Wiggo, arrivando al traguardo assieme al suo capitano nel quintetto vincitore, ad una media di oltre 47 km orari. Un giusto premio, la maglia rosa, a un corridore modesto che se si fosse anche lui perso in corsa avrebbe potuto compromettere il successo di Wiggins e cambiare forse il corso del Giro. Sempre a causa di quella dura legge del quinto – ditelo oggi a Sanchez – che disciplina le crono a squadre del Giro.

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