L’irlandese Sam Bennett toglie a Elia Viviani la possibilità di fare tris battendolo sul rettilineo di Praia a Mare, davanti al gigantesco scoglio dell’isola di Dino. La settima tappa del Giro, dopo i fuochi dell’Etna, è vissuta tutta nella volata finale che premia una delle rare ruote veloci straniere presenti in corsa. La classifica, dopo la scossa data dall’ascesa la vulcano, è rimasta immutata con Simon Yates in maglia rosa, un leader che ha tutta l’aria di durare, visto che in salita è gagliardo e anche nelle crono sa ben difendersi. A tutt’oggi i bookmakers danno favorito per la vittoria finale ancora Tom Dumoulin, quotato 2,50 seguito da Froome dato a 4, ma subito dopo i due favoriti della vigilia del Giro, ecco sopravanzare Yates quotato 5: una situazione in movimento, a dimostrazione che il Giro è ben lungi dall’individuare il suo padrone. L’anno scorso per conoscere il vincitore si è dovuti attendere gli ultimi km della cronometro di Milano.
Qualche indicazione in più potrebbero fornirla le prossime due tappe, quella di oggi a Montevergine di Mercogliano e soprattutto quella di domani del Gran Sasso, con i 7 km finali prima dell’arrivo a Campo Imperatore che presentano pendenze a due cifre. La rosa dei favoriti che è poi praticamente l’attuale top ten, fatta eccezione per Miguel Angel Lopez staccato di 2’12”, è tuttora raccolta in 1’11”, tanto è il ritardo in classifica di Fabio Aru decimo dal leader che è Yates. Tutti sono ancora in gioco anche se nel primo terzo di Giro, tra i big sono stati Froome e Aru quelli meno appariscenti, sempre al coperto nel gruppo, senza mai fare uno scatto o un’azione significativa. Scarsa brillantezza o pretattica attendendo lo Zoncolan e l’ultima dura settimana di corsa?
In attesa di vedere il vero Froome del Tour e l’Aru della vittoriosa Vuelta, se i britannici possono godersi della crescita esponenziale di Simon Yates, uno che peraltro ha già vinto un Giro di Lombardia, il pedale azzurro –assente NIbali che si prepara per il Tour – non può non fare il tifo per Domenico Pozzovivo. Nel Giro di tre anni fa il piccolo scalatore di Policoro è stato vittima di una disastrosa caduta che gli ha cambiato addirittura il profilo del viso dopo aver fatto temere per il prosieguo della sua carriera. E’ tornato in sella e in questo Giro, a 35 anni, dopo una brillate crono si sta dimostrando tra i più pimpanti in salita: quarto a 43” da Yates, il capitano della Bahrein-Merida è nel pieno della partita rosa