Dalle lacrime di Firenze per un mondiale perso sul filo di lana al sorriso di Lecco per un fantastico bis nel “Lombardia”: Joaquin Rodriguez, nella classica delle foglie morte, ha sbaragliato tutti per la seconda volta consecutiva confermandosi un campione che non tradisce mai, pronto a dare sempre il massimo, in ogni gara cui partecipa, da febbraio a ottobre. Un grande del ciclismo che anche oggi ha scelto lo stesso punto dell’anno scorso, gli ultimi 500 metri di Villa Vergnano, quando la pendenza diventa muro, per scattare con quell’esplosività che lo rende unico nel gruppo. E negli ultimi otto chilometri, tanto distava l’arrivo dall’ultimo colle, Rodriguez ha corso senza mai voltarsi indietro.
Troppo fresca l’immagine di Rui Costa che lo riagguanta sulla dirittura d’arrivo del corsa iridata per non temere una nuova imboscata: a inseguirlo questa volta non c’era Rui Costa scivolato indietro nell’ultima asperità di giornata ma quel Alejandro Valverde, che a Firenze non si è certamente dannato l’anima per ostacolare l’azione del portoghese a caccia di Purito. Ma Valverde, pur mettendocela tutta, si è dovuto accontentare del secondo posto, davanti al polacco Maika: un risultato che alimenta la sua fama di campione sempre piazzato ma raramente vincitore.
Il Lombardia non ha tradito le attese confermandosi una della classiche monumento più massacranti del calendario, con le sua tante ascese, culminanti con il celebre Muro di Sormano. Corsa fatta apposta per esaltare i coraggiosi come Thomas Volckler che ha tentato il colpaccio fuggendo- senza troppi calcoli come è suo costume – ai piedi della Madonna del Ghisallo, ma il leader dell’Europcar, amatissimo dai francesi tanto da dedicargli una strada nella sua Vandea, veniva raggiunto sulle rampe di Villa Vergnano. Prima di lui anche Nairo Quintana si era messo in luce transitando per primo sul Muro di Sormano per poi formare con Valverde in discesa un tandem di testa tutto Movistar troppo pericoloso per non dare nell’occhio scatenando la pronta reazione del gruppo dei migliori.
Tra cui faceva parte – ma con con molta fatica – anche un Contador, sofferente già sul Muro, mai protagonista, interprete di una gara scolorita come del resto la sua intera stagione. Una gara, il Lombardia 2013, resa più difficile dalle avverse condizioni di una meteo che quest’anno ha deciso di prendere di mira tutte le grandi corse svoltesi in Italia, dal gelo che ha tormentato la Sanremo alla neve di maggio che ha fatto annullare addirittura una tappa del Giro fino al diluvio di Firenze e al grigiore tra nuvoloni neri gonfi di pioggia di oggi: una situazione ambientale che ha indotto un già poco convinto Chris Froome a dare un improvviso forfait in mattinata e che durante la gara ha moltiplicato cadute e ritiri anche tra i big: sul Colle di Brianza finiva la corsa di Michele Scarponi per un malessere fisico, nei pressi di Canzo quella di Vincenzo Nibali, coinvolto in un ruzzolone in un’insidiosa strettoia del tracciato che ha fatto da imbuto per il plotone. Il vincitore del Giro d’Italia è apparso subito malconcio.
A lungo seduto sull’asfalto, immobile, quando si è rialzato zoppicava vistosamente tanto da non potersi reggere in piedi. Il ritiro era inevitabile. A quel punto il pedale azzurro si affidava ai vari Basso (sempre con i primi fino a Villa Vergnano) , Ulissi (vincitore della recente Milano-Torino), Santoromita. Alla fine il migliore dei nostri sarà Gasparotto quinto a Lecco. Così si allontana nel tempo l’ultimo trionfo italiano al Lombardia: bisogna risalire al 2008 per trovare l’ultimo successo con Cunego che faceva uno strabiliante tris nella corsa che ancora si chiamava Giro di Lombardia.
Per Nibali, salito sull’autoambulanza, la sua più bella stagione da quando è professionista finiva qui, su un asfalto viscido di pioggia in un groviglio di bici. Non così per il vincitore, Joaquim Rodriguez che per assicurarsi per il secondo anno di seguito la palma di primo corridore del circuito World Tour ha in programma anche la partecipazione all’imminente Bejing Tour. Intanto con i 100 punti ottenuti con la vittoria nel Lombardia Purito ha scavalcato di 20 punti Froome che dopo uno stratosferico Tour ha praticamente tirato i remi in barca.
Leggi l’e-book di Aldo Bernacchi “CICLISMO & DOPING – Armstrong: così fan tutti”.