Mancano ancora le tappe più dure prima di arrivare domenica a Milano, ma per i bookmaker Contador ha già vinto il Giro: non hanno ancora chiuso le scommesse ma chi punta oggi 100 euro sullo spagnolo vincente non ne guadagnerà che 5, praticamente alla pari.
Aru è dato a 9, Landa a 25, Amador a 50. E Contador nei pronostici è anche il favorito per la vittoria nella frazione di oggi, un autentico tappone senza un momento di respiro con cinque Gpm per un dislivello complessivo di oltre 4mila metri, da Pinzolo all’Aprica, 174 km attraverso il Passo di Carlo Magno, il Tonale, l’Aprica una prima volta, quindi il terribile Mortirolo dal versante di Mazzo di Valtellina prima dell’ascesa finale di nuovo all’Aprica salendo da Edolo. Contador è dato vincente a 4.
Per lo spagnolo, che sta dominando il Giro, ma che non ha ancora vinto una tappa, potrebbe essere il giorno ideale per un’impresa che resta nella storia della corsa rosa. L’asso di Pinto nella giornata di riposo di ieri ha gettato acqua sul fuoco dei pronostici che lo danno vincitore in solitudine all’Aprica.
“Mi aspetto solo un gran mal di gambe. Spero che ce l’abbiano anche gli altri”, si è limitato a dire la maglia rosa che giudica il percorso del Giro non duro, ma durissimo. Gli altri, cui si riferisce Contador, sono poi ridotti a pochi: c’è Aru, giovane e bellicoso, che malgrado il ritardo dallo spagnolo, sia salito negli ultimi due giorni – crono più Campiglio – a 2’35”, non ha deposto le armi. I bookmaker del resto lo danno a 7,5%, una quotazione di tutto rispetto in vista della tappa odierna.
Dalla sua c’è l’Astana che giorno dopo giorno si conferma l’èquipe più forte e organizzata del Giro, che può contare anche su una pedina alternativa ad Aru come Mikel Landa, ottimo grimpeur come ha dimostrato la sua vittoria di domenica a Campiglio, quarto nella generale a 4’46” dalla maglia rosa.
Finora però Contador ha dimostrato che da solo basta e avanza per rintuzzare l’armata kazaka, per giunta beffandola come è successo l’altro giorno al traguardo volante di Pinzolo, dove gli Astana, pur in sovrannumero, si sono lasciati sorprendere dal Pistolero nella volata per l’abbuono di 2” messo in palio al traguardo volante.
A completare la top five della classifica del Giro che riparte oggi da Pinzolo, ci sono due new entry, il costaricano Amador e il ceco Konig – neocapitano in corsa del Team Sky al posto di Porte – che sono la bella sorpresa di questa edizione. Al contrario le grandi delusioni, viste i tanti crediti della vigilia, sono Rigoberto Uran, precipitato al 15esimo posto con un distacco di oltre 12 minuti da Contador, e soprattutto Richie Porte, che ha addirittura abbandonato la corsa dopo la disfatta di Campiglio.
Uran è dato dai bookmaker a 25 per vittoria di tappa: una chance piccola per il colombiano che, dopo due Giri terminati sul podio come secondo, potrebbe andare a caccia di una successo importante per dare un senso alla sua quinta partecipazione alla corsa rosa. All’Aprica hanno vinto nomi prestigiosi della storia del pedale, da Adorni (1962) a Pantani (1994) fino a Basso (2006). Ma la durezza del Mortirolo è per gente che ha umore e gambe al top. Due cose che sembrano mancare all’Uran di questo Giro, bersagliato da tanta fortuna.
Non è un caso che il tremendo Mortirolo sia la Montagna Pantani di questo Giro in ricordo dell’exploit dello scalatore romagnolo del 4 giugno 1994 quando vinse per distacco la Merano-Aprica. Un’ascesa di 11,8 km, 31 tornanti, dislivello di 1289 metri, pendenza media al 10,9%, massima 18%: ecco l’identikit del Mortirolo, una salita mozzafiato che Pantani sognava di scalare anche nel Giro del 1999, come apoteosi del suo trionfo in maglia rosa. Cosa accadde invece si sa.
Il Pirata espulso, il Giro sconvolto, le folle di tifosi di Marco inviperiti a gridare al complotto: Savoldelli secondo non volle indossare la maglia rosa, Heras, uno spagnolo vinse la tappa, ma fu Gotti ad aggiudicarsi quel Giro ferito e azzoppato. Una vergogna che sarebbe sfociata in tragedia, la più brutta e dolorosa pagina nella storia del ciclismo.