X

Giro: Brambilla e Roglic protagonisti nel Chianti

Primoz Roglic vincitore della crono con i grandi favoriti che non entrano nemmeno nella top ten dell’ordine di arrivo. Gianluca Brambilla ancora in rosa facendo un tempo migliore di quello di Nibali. Anche il ciclismo, almeno per un week-end al Giro, vuole seguire il calcio imitando la favola del piccolo Leicester che batte tutti i giganti della Premier League. Cosa mai è accaduto nel Chianti? Più delle gambe a decidere le sorti della corsa è stata la pioggia battente che ha preso il posto del sole quando sono cominciate le partenze degli uomini meglio classificati.

Tutto vero e tutti d’accordo: Nibali e Valverde hanno guardato innanzitutto a non cadere evitando danni che avrebbero potuto compromettere il proseguimento del Giro. Ne sanno qualcosa Uran e Zakarin – il russo stava per fare il miglior tempo – ruzzolati per terra, traditi dall’asfalto viscido come una saponetta. Prudenza di Nibali e Valverde anche giustificata dal fatto che Dumoulin, il grande favorito, è apparso lontano dalla locomotiva olandese che ha vinto la prima mini-crono del Giro ad Abeldoorn, frenato ieri forse più che dall’acquazzone dal flop sullo sterrato dell’Alpe di Poti che gli è costato la maglia rosa.

Dumoulin, nella tappa in cui doveva annientare i rivali, ha racimolato l’elemosina di 15” di vantaggio su Nibali e 26” su Valverde. Ne ha approfittato anche Mikel Landa, che temeva la crono non essendo uno specialista, per limitare a 7” il ritardo da Nibali e addirittura guadagnare 4” su Valverde. Un risultato che ha fatto immediamente migliorare le quotazioni dello spagnolo del Team Sky che ora i bookmakers danno a 2,75 alla pari con Nibali – con Valverde terzo gettonato a 6 – nelle scommesse sul vincente finale di un Giro che è ancora lontano dall’aver individuato il suo padrone.

Chi anche sull’asfalto lucido e fradicio di acqua ha dato tutto è stato Gianluca Brambilla, il ragioniere di Bellano, che dopo aver conquistato la maglia rosa ad Arezzo l’ha difesa con i denti nella crono, tanto da fare un tempo di poco inferiore a quello di Dumoulin.

È stato un pomeriggio di passione sul palco di arrivo di Greve in Chianti per Primoz Roglic che per ore stava seduto sulla sedia riservata al primo virtuale attendendo chi mai facesse un tempo migliore del suo fissato in 51’45”, nonostante qualche meccanico risolto on the road, una performance realizzata appena dopo l’ora di pranzo quando ancora il sole illuminava le celebri colline che circondano Firenze. Ricompariva alla ribalta del Giro questo sloveno di cui non si sapeva poco o nulla prima della mini-crono d’apertura quando praticamente fece lo stesso tempo di Dumoulin che indossò la maglia solo grazie a un centesimo di secondo.

Si viene a sapere che era alla sua prima cronometro in carriera superiore ai 10 chilometri. Fino a qualche anno praticava un altro sport: il salto con gli sci. E’ passato da qualche anno al ciclismo convinto di poter fare meglio in sella che sul trampolino ma finora non aveva combinato granché. Ma la speranza di un successo incredibile cresceva a mano a mano che si succedevano gli arrivi. Non era cosa da poco che avesse già battuto di 10” un ex-recordman dell’ora come l’austriaco Mathias Brandle Brandle (che si classificherà secondo).

Dietro di lui di 28” era finito anche un gigante del ciclismo e delle gare contro il tempo come Fabian Cancellara (che risulterà alla fine quarto). Gli è andato vicino ma era solo terzo anche un altro norvegese del tutto sconosciuto dal nome impossibile, Vegard Staeke Laengen. Ma stavano ormai per prendere il via i nomi più attesi, quelli che corrono per vincere il Giro. Roglic sparge sorrisi ma continua a non crederci di poter vincere. Ma il cielo gli viene in aiuto: nuvoloni neri e bassi cominciano a scaricare catinelle d’acqua sui 40 km del percorso sui saliscendi del Chianti mentre si alza un vento sempre più forte.

Le discese spaventano più delle salite. Le notizie sugli intertempi dicono di un generale arretramento delle prestazioni. Anche il temutissimo Dumoulin sta correndo meno veloce di Roglic. Al traguardo fa segnare un tempo superiore di 1’58” classificandosi 15esimo. Meglio di Dumoulin è anche il lussemburghese Bob Jungels, 23 anni, maglia bianca di leader dei giovani, che si piazza sesto a 45” da Roglic e che potrebbe diventare anche la nuova maglia rosa.

Nibali si difende egregiamente nell’inferno della tappa chiudendo vicinissimo ai tempi di Dumoulin ma ben distante da quelli dello sloveno: 19esimo a 2’13 da Roglic che comincia a pregustare il miracolo. Valverde e Landa finiscono dietro Nibali, con tempi tutti racchiusi in una manciata di secondi. Mancano ancora gli arrivi di Zakarin e di Brambilla. Il russo è annunciato con intertempi da primato. Brividi e suspence sul palco, la vittoria di Roglic torna in bilico ma gli dei del ciclismo questa domenica sono tutti dalla parte dello sloveno: Zakarin rischia la pelle inseguendo la gloria e il primato ma cade per ben due volte e deve dare addio ai sogni di vittoria.

Al traguardo è solo 54esimo a 3’51” da Roglic. Degli uomini di classifica, colpa di un’altra caduta, peggio di Zakarin ha fatto solo Rigoberto Uran, staccato di oltre 4 minuti dal sloveno che ormai è il sicuro trionfatore. All’arrivo si aspetta solo Brambilla: in palio non c’è la tappa ma la maglia rosa. Il lombardo, già brillante quinto nella crono del Barolo vinta da Uran nel Giro 2014, quello vinto da Nairo Quintana, ripete una prestazione che ha dello straordinario viste le condizioni atmosferiche. Diretto e incoraggiato per tutta la gara dal suo team manager della Etixx- Quick Step, Davide Bramati, taglia il traguardo con un tempo di soli 7” superiore a quello di Dumoulin, piazzandosi 17esimo a 2’05” da Roglic.

Quanto basta per difendere per un secondo la maglia rosa dall’assalto di Jungels. Oggi il Giro si ferma per la seconda giornata di riposo. Continua la favola rosa del ragioniere, anzi raddoppia con quella dell’ex saltatore con gli sci che viene dalla Slovenia. La carovana, dopo una cronometro che non ha fatto selezione, ripartirà domani verso il traguardo in altura di Sestola. Non ci sarà Cancellara che ha deciso di ritirarsi debilitato dall’influenza che l’ha colpito in Olanda. Con Kittel è un altro pezzo pregiato che esce di scena da un Giro dalla classifica sempre più corta.

Related Post
Categories: Sport