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Giro: assolo di Wellens, Nibali stecca

Lo Squalo fa il vuoto a tre km da Roccaraso ma poi si fa sorprendere dal contrattacco di Dumoulin che guadagna secondi preziosi anche su Valverde e Landa. Nibali perde 21” dall’olandese ed è ora nono in classifica a 47” dalla maglia rosa.

Giro: assolo di Wellens, Nibali stecca

Il Giro affronta il primo arrivo in montagna e a steccare per primo è proprio Vincenzo Nibali. Tutto succede negli ultimi tre chilometri dal traguardo di Roccaraso-Aramogna quando all’improvviso dal gruppo dei migliori scatta lo Squalo e prende subito un centinaio di metri. La tattica dell’Astana, per dare il primo squillo in questo Giro, sembra perfetta. Da qualche km gli azzurri del team kazako hanno preso in mano la direzione della corsa mandando in avanti uno di loro, il danese Jacob Fuglsang, ideale punto di appoggio.

L’obiettivo di NIbali non è la tappa – che ormai è nelle mani di Tim Wellens della Lotto Soudal, un giovane belga di sicuro lignaggio, unico superstite della fuga che ha caratterizzato la tappa – quanto dare un segnale di forza a tutta la carovana, lui che è il gran favorito della corsa rosa e che ama vincere lasciando il segno dell’impresa. Ma lo scatto, tanto improvviso quanto autorevole, che scatena subito l’entusiasmo dei suoi fans, si spegne in un batter d’occhio.

Peggio, Nibali non fa a tempo a essere ripreso da Valverde e Landa che ecco partire in contropiede, come se stesse disputando una volata, proprio la maglia rosa di Tom Dumoulin seguito dal russo Ilnur Zakarin, un cliente da seguire con attenzione, e da Pozzovivo. Succede che Fuglsang, che aspettava l’arrivo del suo capitano e che per qualche chilometro era stato anche la maglia rosa virtuale, si trova invece alle calcagna quella furia di Dumoulin che vuol vivere alla grande i suoi giorni in rosa, quasi volesse esorcizzare il ricordo di quella cotta che gli costò la Vuelta dell’anno scorso che stava dominando, poi vinta da Fabio Aru.

Il piano dell’Astana va in fumo anche se Fuglsang giunge secondo a 1’47” da Wellens e Dumoulin, preceduto anche da Zakharin, resta senza abbuoni. Intanto dietro nella bagarre finale, da lui scatenata, Nibali sembra andare in confusione. Perde secondi preziosi da tutti i suoi rivali ad eccezione di Landa che arriva al traguardo con il suo stesso tempo. Gioia a parte di Wellens che centra la sua prima tappa al Giro dopo aver vinto quest’anno anche l’ultima tappa della Parigi-Nizza bruciando Contador, il vincitore del giorno in chiave Giro è soprattutto Dumoulin che guadagna 14” su Valverde (10°) e 21” su Landa (13°) e Nibali (14°).

In classifica ora Nibali, scavalcato anche da Valverde, è nono a 47” da Dumoulin. Una giornata storta, come la meteo con freddo e pioggia, che non compromette nulla ma che lascia un po’ perplessi e qualche strascico polemico in casa Astana perché Nibali, nel dopo-corsa, non ha avuto peli sulla lingua mettendo sul banco degli accusati la tattica voluta dall’ammiraglia guidata da Giuseppe Martinelli. Il favorito resta sempre lui, lo Squalo ma la vitalità esplosiva di Dumoulin sta sparigliando le carte del Giro che all’inizio sembrava tutt’al più una partita a tre, con il vecchio Valverde, al suo esordio nella corsa rosa, e il giovane Landa, grimpeur tra i migliori, i due meno improbabili anti-Nibali.

Di Dumoulin è tutta da verificare la sua tenuta sui tapponi dolomitici e alpini ma dalla sua ha la cronometro del Chianti di domenica che potrebbe regalargli nuovi e copiosi margini di vantaggio su tutti gli altri. I paragoni sono difficili ma Dumoulin a tutt’oggi ricorda in qualche modo lo svizzero Alex Zulle, quello che nel 1998 sembrava poter vincere il Giro dopo aver dominato sulla salita di Lacco Laceno e le due crono di Nizza e Trieste. Ma quando vennero le grandi montagne lo svizzero, fin lì imbattibile maglia rosa, si piantò, ridicolizzato da Pantani.

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