Grande festa popolare ma anche rabbia, commozione e sorpresa: c’è un po’ di tutto nel giorno dell’esordio del Giro numero 100, celebrato anche da Google con un “doodle” dedicato alla corsa rosa e salutato anche da Fabio Aru, il campione di casa che a malincuore ha dovuto dare forfait per problemi di salute. I sentimenti peggiori sono tutti racchiusi nella parola doping che alla vigilia ha fatto di nuovo aleggiare sulla corsa i torbidi fantasmi del ricorso alla farmacia proibita, una recidività dura da estinguere che ha portato all’espulsione dalla start-list dei due corridori della Bardiani-Csf, Stefano Pirazzi e Nicola Ruffoni. I sentimenti più belli sono quelli raccolti nel minuto di silenzio che ad Alghero, prima dell’inizio della tappa, la carovana del Giro, con i suoi compagni dell’Astana schierati in prima fila, ha dedicato tra lacrime e applausi a Michele Scarponi. La sorpresa è arrivata alla fine della giornata con un esito che ha spiazzato tutti, bookmakers per primi.
Il Giro, che ha disseminato montagne un po’ ovunque confidando in un duello spettacolare tra Quintana e Nibali, ha offerto ai velocisti sei tappe per esibire il meglio dello sprint: e quella di ieri, da Alghero a Olbia, era una di queste. Non era piatta come un biliardo ma i suoi saliscendi non spaventavano nemmeno i più riluttanti alle ascese. Ma i big della volata, che in questo Giro – assenti Sagan,Cavendish, Kittel, Degenkolb e Bouhanni – sono André Greipel, Fernando Gaviria e Caleb Ewan, sono stati clamorosamente beffati da Lukas Postlberger che ha regalato a se stesso e all’Austria tutta la prima vittoria al Giro e la prima maglia rosa. Un successo che ha sorpreso tutti, compreso lo stesso Postlberger. L’austriaco nell’ultimo chilometro di corsa, nel tortuoso abitato di Olbia, era partito lungo solo con l’intenzione di tirare la volata al suo compagno più veloce della Bora-Hansgrohe, l’irlandese Sam Bennett quando, grazie alle ultime curve a gomito, si è aperto un buco tra lui e il gruppo. Mezgec, che preparava lo sprint a Ewan, non riusciva ad annullarlo. Di Bennett non c’era più l’ombra.
Dall’ammiraglia della Bora veniva l’ordine allora di andare a tutta e il discendente degli Asburgo, inventandosi finisseur, riusciva a tagliare il traguardo a mani alzate. Dietro di lui, a pari tempo, l’australiano Ewan si doveva accontentare di vincere la volata dei delusi precedendo Greipel. Gaviria rimaneva intruppato nel folto del gruppo finendo 13esimo. Il primo degli italiani era Nizzolo, quarto. Per la Bora-Hansgrohe, il team tedesco di Peter Sagan, giornata di incetta di maglie. Oltre a quella rosa sulle spalle di Postlberger, c’è anche quella azzurra di leader degli scalatori, conquistata da Cesare Benedetti passando per primo sui due Gpm di giornata del Giro, il Multeddu e la Trinità d’Agultu. Oggi seconda tappa, la prima delle otto classificate come media montagna, quasi interamente nell’entroterra sardo. Dalla partenza da Olbia, già sede di due tappe nel 1991, vinte dallo spagnolo Casado e da Bugno) fino al traguardo di Tortoli è un continuo saliscendi con due Gpm, il primo a Nuoro e il secondo a oltre i mille metri di Passo di Genna Silana a 20 km dall’arrivo. Una lunga discesa dal Gennargentu che induce i bookmakers a puntare ancora sui velocisti come possibili vincitori della tappa con Gaviria dato a 4,50 e Ewan e Greipel a 5,50. Ma visto quel che è successo ieri con Postlberger, è super gettonata – 4,50 al pari di Gaviria – la vittoria di un corridore non quotato.