Piazza Affari affonda travolta dall’imprevisto dato sul Pil italiano del primo trimestre, che torna in negativo gelando le speranze di ripresa: -0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre le stime indicavano un’espansione dell’economia dello 0,2%. Su base annua il decremento è dello 0,5%. Secondo l’Istat, la crescita acquisita del Pil italiano per il 2014 è pari a -0,2%.
Lo spread Btp-Bund vola a 184 punti base e il rendimento al 3%. Il differenziale chiude poi a 177 punti, con rendimento al 3,08%. Tornano gli acquisti sul Bund, che vede scendere il rendimento all’1,3%.
Il Ftse Mib crolla del 3,61%, trascinato al ribasso dalle banche nonostante i buoni risultati trimestrali diffusi in settimana: Ubi Banca -7,74%, Mediolanum -7,09%, Bpm -6,64%, Mps -6,46%, Intesa -6,22%, Unicredit -5,66%.
Peggior titolo del Ftse Mib è però Mediaset (-8,54%) che sconta ancora, con tanto di sospensione per eccesso di ribasso, le prospettive deludenti sulla pubblicità per il 2014. Nessuna blue chip riesce a chiudere in territorio positivo.
Il miglior titolo del listino principale è Luxottica, che scivola dello 0,44%, seguita da Generali (-0,85%). Il Leone era riuscito a resistere alle vendite per buona parte della giornata in scia ai risultati positivi del trimestre diffusi questa mattina.
Piazza Affari è il peggiore dei listini europei in una giornata che brucia 17,6 miliardi, calcolando il calo del 3,47% del Ftse All Share. Ma è rosso anche per le altre piazze europee: Madrid -2,35%, Francoforte -1%, Londra -0,55%, Parigi -1,25%.
Sul caso Alstom, il governo francese ha emesso oggi un decreto che impone il nulla osta dello Stato alle acquisizioni estere per aziende dei settori strategici, come , le telecomunicazioni, l’energia, i trasporti, la gestione dell’acqua e la sanità pubblica. Il provvedimento sembra confezionato ad hoc per condizionare l’acquisto di Alstom da parte del colosso Usa General Electric. Da Bruxelles, la Commissione europea ha risposto immediatamente mettendo Parigi in guardia contro la tentazione del protezionismo.
Sul fronte degli altri dati macro europei, il Pil della Germania è cresciuto dello 0,8% , meglio delle previsioni. Per il resto gli altri principali dati sul Pil hanno deluso le attese come in Italia: la zona euro sale dello 0,2%, contro lo 0,4% stimato, frenata dal dato invaiato della Francia. La Spagna sale dello 0,4%.
Intanto l’inflazione nell’eurozona sale, come da previsioni, dello 0,7%. Il bollettino della Bce diffuso questa mattina ha comunque alzato leggermente la stima di crescita dell’Eurozona all’1,1% per il 2014 (+0,1%), invariate le stime sul 2015.
Indici in calo anche a Wall Street. Il Dow Jones cede l’1,12%, il Nasdaq l’1,55%, l’S&P 5000 l’1,37%. Giù il petrolio dello 0,75% a 101,6 dollari al barile. L’euro scambia a 1,3708. Diversi i dati macroeconomici diffusi negli Stati Uniti. In particolare i prezzi al consumo sono saliti in aprile dello 0,3% rispetto al mese precedente, in linea con le attese degli analisti.
Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono scese ai minimi da maggio 2007 nella settimana terminata il 10 di questo mese battendo le attese degli analisti che si attendevano invece un lieve rialzo. L’indice della Fed di Filadelfia si è attestato a maggio a 15,4 punti, in calo dai 16,6 punti registrati per il mese di aprile. Infine, l’indice Empire State misurato dalla Federal Reserve di New York è salito a 19,01 punti da 1,29 punti di aprile.