Con le misure sul lavoro varate ieri dal Governo la disoccupazione dei giovani tra i 18 e i 29 anni potrebbe registrare un calo di due punti percentuali “se tutte le assunzioni venissero realizzate come abbiamo previsto”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, intervenendo a “Radio Anch’io”.
Gli interventi, ha sottolineato il ministro, “vanno a toccare una platea leggermente diversa” rispetto a quella dei 15-24 anni, cui tradizionalmente ci si fa riferimento quando si parla di “disoccupazione giovanile” e che fa registrare un tasso di senza lavoro pari al 40%. “Parliamo dei 18-29 anni –ha precisato Giovannini –, che hanno un tasso di disoccupazione del 25%”. Quanto agli stage formativi e alla loro attivazione soprattutto nel Mezzogiorno, “si potrebbe arrivare a una riduzione di due punti anche del tasso dei Neet (i ragazzi che non studiano e non lavorano, ndr)”, ha spiegato ancora il ministro.
Il testo licenziato ieri dal Cdm punta a favorire l’occupazione tramite lo stanziamento di 1,3 miliardi di euro. Gli incentivi per nuove assunzioni saranno distribuiti in questo modo: per il Mezzogiorno la cifra ammonta a 100 milioni per il 2013, 150 per il 2014, 150 per il 2015 e 100 per il 2016. Per le altre Regioni, invece, lo stanziamento prevede 48 milioni per il 2013, 98 per il 2014, 98 per il 2015, 50 per il 2016.
Al centro del provvedimento anche gli incentivi, introdotti “in via sperimentale”, all’assunzione stabile di giovani tra i 18 ed i 29 anni. Le condizioni per accedervi, però, faranno discutere: servirà infatti che i giovani siano privi d’impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, privi di un diploma di scuola media superiore o professionale e vivano soli con una o più persone a carico. Il tetto fissato per lo sgravio sarà di 650 euro al mese. Gli sgravi saranno di 18 mesi per le nuove assunzioni e di 12 per le trasformazioni con contratto a tempo indeterminato.
Un commento positivo al decreto arriva da Sussanna Camusso, leader della Cgil, che ha definito il pacchetto un “segnale importante, ma se non si affronta il tema della redistribuzione del reddito con una riforma del Fisco sono segnali troppo deboli per la crisi che abbiamo”. Per il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, “gli incentivi sono da valutare in modo positivo, ma che possano ribaltare la situazione è tutto da vedere”. Il leader degli imprenditori ha anche rilasciato la stima aggiornata dell’andamento del Pil: -1,9% nel 2013.