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Giornate Fai, il 23 e 24 marzo si svelano i mille tesori d’Italia

Torna un appuntamento molto amato dagli italiani. Le Giornate Fai di Primavera apriranno le porte di palazzi storici, aree archeologiche, borghi di antiche tradizioni, colonie marine ed ex ospedali abbandonati, luoghi dello sport, dell’artigianato e dell’industria, chiese e monumenti di solito chiusi e inaccessibili. Il fine settimana prescelto è sabato 23 e domenica 24 marzo, un weekend in cui si potrà rivivere la vastità del patrimonio culturale, storico e architettonico italiano.

In occasione della 27° edizione delle Giornate Fai di Primavera, saranno circa 1.100 i luoghi aperti in 430 località di tutta Italia. 296 luoghi di culto, 227 palazzi e ville, 30 castelli e 50 borghi tra cui il Castello cinquecentesco di Melegnano, vicino a Milano, rimasto nelle mani dei Medici di Marignano fino al 1981, il Palazzo della Consulta, a Roma, con l’impronta settecentesca di Ferdinando Fuga, oggi sede della Corte Costituzionale e a Napoli villa Doria d’Angri, costruita nel 1831 per volere di Marcantonio VII Doria principe d’Angri.

Le giornate sono organizzate dalle 325 sedi sparse sul territorio. I luoghi saranno aperti dalle 10 alle 18. Sabato 23 marzo l’ingresso è riservato agli iscritti Fai, mentre domenica l’ingresso sarà aperto a tutti. Sarà inoltre richiesto un contributo facoltativo (a partire da 2, 3 o 5 euro) a sostegno della missione in cui il FAI si impegna da oltre 40 anni: la cura e la tutela dei beni del nostro Paese.

Nel catalogo dei beni visitabili sono compresi inoltre: il Parco di Villa Gregoriana a Tivoli, meta di viaggiatori, poeti, artisti, re e imperatori nel corso dei secoli, il quale è stato riaperto al pubblico nel 2005 proprio grazie al Fai. Tra le altre meraviglie romane, in via Ventiquattro Maggio, sarà possibile visitare la Chiesa di San Silvestro al Quirinale a navata unica con cappelle laterali, vero e proprio scrigno di tesori cinquecenteschi, l’Istituto nazionale di studi romani, in piazza dei Cavalieri di Malta che aprirà le porte del chiostro, del giardino pensile affacciato sul Tevere e dell’appartamento regale di Carlo IV di Borbone e a Palazzo della Rovere, in via della Conciliazione, oggi sede dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il ciclo pittorico del Pinturicchio. Se ci spostiamo poi, nel cuore della capitale ecco Palazzo Firenze, in piazza Firenze, dove ha sede la Società Dante Alighieri, con un giardino all’italiana punteggiato da reperti archeologici.
 

Il progetto “Fai ponte tra le culture” testimonierà le varie influenze culturali sparse nei beni aperti. Il tema dell’immigrazione e del confronto tra religioni e culture è ormai un argomento clou al giorno d’oggi. Molti luoghi dimostrano la ricchezza nata dall’incontro tra la nostra cultura e quella dei Paesi europei, asiatici, americani e africani. Ad esempio la Biblioteca Carlo Viganò dell’Università Cattolica a Brescia, con testimonianze latine, greche, arabe e in lingua volgare raccolte nei manoscritti o piazza Sett’Angeli a Palermo o il Gabinetto Cinese di Palazzo Reale a Torino e la Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone a Venezia.

“In Italia ci sono specificità che cambiano a pochi chilometri di distanza. – ha commentato il ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli – Non è un caso, l’uomo ci ha messo del suo. E’ il frutto di tante civiltà assorbite in modo diverso.”

Le visite saranno condotte grazie agli appassionati volontari Fai che hanno scelto di dedicare il proprio tempo libero alla diffusione dei valori e dell’operato della fondazione. Racconteranno la storia, l’arte e l’architettura dei luoghi, svelando anche i segreti nascosti, resi accessibili grazie alla Fai. I ragazzi delle scuole che studiano i beni e poi li raccontano ai visitatori, chiamati gli “Apprendisti Ciceroni” saranno 40.000.

Il Fondo Ambiente Italiano intende crescere numericamente, l’iscrizione è molto semplice. Attraverso le quote d’iscrizione, l’associazione si prenderà cura del patrimonio artistico e naturale italiano. L’archeologo Andrea Carandini, presidente del Fai spiega: “Siamo ormai 200.000 iscritti ed entro l’anno prossimo vorremmo essere 250.000, siamo tanti ma vogliamo essere di più, per attuare nel modo più completo la nostra missione che sta nel proteggere, conoscere, promuovere e far godere e amare quel patrimonio naturale, storico e artistico che è il volto della nostra Italia e che solo il concorso dell’intera Repubblica, dall’alto e dal basso, dallo Stato e dai comitati spontanei, può salvare”.

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Tags: CulturaFai