Ne produciamo circa 12,6 milioni di tonnellate coprendo l’autoapprovvigionamento per circa il 90% del fabbisogno nazionale. La Giornata mondiale del latte che si celebra il primo giugno segna un bilancio positivo per l’Italia in fatto di produzione, con un aumento del 4,5 percento sull’anno passato. Circa l’80% della produzione di latte vaccino in Italia è concentrata i quattro Regioni (Lombardia 44%, Emilia-Romagna 16%, Veneto 10% e Piemonte 9%) e la spesa annua delle famiglie per i prodotti lattiero-caseari è di circa 20 miliardi di euro.
La giornata mondiale del Latte coincide anche con Il ritorno del rito del cappuccino al bancone nei 150mila bar presenti lungo tutta la Penisola con l’alleggerimento delle restrizioni dovute all’emergenza Covid.
Una nuova opportunità per italiani e turisti che sono tra i più entusiasti consumatori in tutte le ore della giornata della specialità nazionale durante le vacanze. Il latte fresco, intero di alta qualità, lavorato al vapore per creare la tradizionale schiuma cremosa che lascia i baffi bianchi sotto il naso, con la possibilità di creare anche vere e proprie creazioni artistiche è la base principale per un cappuccino all’italiana che sta vivendo un vero e proprio boom mondiale sulla scia anche dell’espansione delle grandi catene del caffè come Starbucks dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna dove la colazione all’italiana prende sempre più piede. Infatti nel corso del 2021– afferma Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – il consumo di caffè nel Regno Unito raggiungerà 91,1 mila tonnellate, superando il tè sotto la spinta del boom del cappuccino che sta modificando il tradizionale “English breakfast” a base di the, uova e pancetta. Inizialmente l cappuccino era una bevanda consumata prevalentemente a colazione ma in Nordamerica e in molti paesi europei come la Germania, l’Olanda, il Belgio e il Regno Unito si è diffusa anche l’abitudine di consumare il cappuccino dopo i pasti e in altri momenti della giornata.
Ma non sono solo rose per questo prezioso alimento ricco di calcio e vitamina D (fondamentale per la formazione di ossa e denti), di vitamine del gruppo B e A che contiene tutti gli aminoacidi che servono al nostro organismo per rimanere in buona salute, di cui l’uomo, a differenza degli animali, è l’unico a nutrirsene durante tutto il corso della sua vita perché da sempre considerato l’unico alimento talmente completo da contenere tutti i nutrienti necessari dalla prima fase della crescita e in seguito nello sviluppo e nella vita corrente in grado di assicurare ottimi valori nutritivi che vengono misurati in “valore biologico” degli alimenti, ovvero il loro grado di assimilazione da parte dell’organismo.
Tuttavia generalmente l’enzima che permette di digerire il latte, la lattasi, con l’età diminuisce e in alcuni casi scompare rendendo l’alimento indigeribile.
Da qualche tempo a questa parte – il problema si pone ciclicamente – alcune campagne mediatiche, che promuovono il consumo alimentare di proteine vegetali in sostituzione di quelle animali, hanno finito per penalizzare il latte e l’intero settore.
“Il latte di mucca, capra o pecora – afferma Giansanti – rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, lo zucchero del latte. Il filone di pensiero che ritiene opportuno bandire i latticini dall’alimentazione si basa sul China Study, un’indagine epidemiologica svolta a partire dal 1983 in Cina, i cui risultati sono stati ritenuti inattendibili dalla comunità scientifica e dall’’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. –
Un grande falso che si può trovare in rete – si legge in una nota di Conagricoltura – è che con il latte si ingeriscono sostanze inquinanti e ormoni mentre latte, yogurt, formaggi e burro sono assolutamente sicuri e salubri perché soggetti a rigidi controlli e l’uso di ormoni è vietato in Italia e in tutta Europa. Come è altrettanto falsa l’informazione che il consumo di latte aumenti il rischio di osteoporosi “rubando” calcio allo scheletro infatti proprio i prodotti lattiero caseari sono una fonte privilegiata di calcio, sia per la notevole quantità presente che, soprattutto, per la sua “biodisponibilità”. I falsari dell’informazione – conclude Coldiretti – sostengono poi che il latte sarebbe nemico del cuore e delle arterie mentre proprio il suo consumo influisce positivamente su ipertensione e diabete”.
La zootecnia italiana, sempre più performante e attenta al benessere animale, rappresenta resta uno dei capisaldi dell’agroalimentare e dell’economia italiana. Ma Il settore, tuttavia, sta attraversando una difficile fase congiunturale determinata dall’aumento del costo delle materie prime destinate all’alimentazione del bestiame Per questo Confagricoltura ha proposto interventi urgenti a supporto della liquidità delle imprese, ma anche il varo di un piano per aumentare la produzione interna di cereali e proteine vegetali.
Sarebbero anche auspicabili – secondo l’Organizzazione – un maggiore coordinamento nazionale, sia all’interno della filiera, sia con le istituzioni; campagne promozionali mirate e incentivi alla ricerca sull’utilizzo dei componenti del latte nel campo nutrizionale, farmaceutico e della cosmetica, per aprire nuovi sbocchi di mercato.