La conferma dell‘inversione di rotta sul debito periferico, dopo l’asta di ieri della Spagna, è arrivata oggi dalla Francia che ha collocato 8,439 miliardi di titoli di Stato, vicino al massimo previsto a 8,5 miliardi, ma con rendimenti in leggera risalita sul decennale e sul quindicinale ma anche sulle scadenze a cinque anni.
Aumenta la pressione su tutti i periferici: lo spread Btp-bund sale a 380 per poi chiudere in area 371 con rendimento al 5,45% e il differenziale Bono Bund vola a 402 con rendimento al 5,75% dopo un picco giornaliero a 410 (con la Bce che non ha effettuato acquisti di titoli di Stato neanche questa settimana). Il mercato guarda alle difficili riforme spagnole e all’evolversi della riforma sul mercato del lavoro in Italia, dopo che lo stesso Draghi ha esortato ieri i governi ad “effettuare forti riforme strutturali”, che sono necessarie insieme al risanamento dei conti per ristabilire la fiducia e per una crescita sostenibile. Con particolare attenzione alla riforma del mercato del lavoro: per Draghi la flessibilità e la competitività del mercato del lavoro sono cruciali per il funzionamento dell’area euro. D’altra parte l’emergenza lavoro sarà, insieme alla prospettive di crescita, tra le priorità della prossima riunione del Fmi in agenda fra due settimane: i senza lavoro nell’Eurozona hanno raggiunto il nuovo record storico di 17 milioni a marzo.
Sul fronte dell’occupazione sono gli Usa che danno i segnali migliori: il dato diffuso oggi indica richieste di sussidi di disoccupazione ai minimi dal 2008, con domande in calo di 6mila unità a 357mila, il livello più basso in quattro anni, ossia dallo scoppio della crisi subprime. Domani è atteso il dato sugli occupati non agricoli. Dopo un’apertura in negativo Wall Street ha girato in positivo e ha allentato la pressione anche sui listini europei, zavorrati dalla mattinata dal macigno spread, che recuperano sul finale. Dopo il profondo rosso, Milano ha chiuso in calo dello 0,20%, Francoforte dello 0,13% mentre Parigi è salita dello 0,19% e Londra dello 0,35%. Alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones viaggiava a ridosso della parità a -0,04% e il Nasdaq saliva dello 0, 41%.
L’euro ha chiuso a 1,3060 sul dollaro. A Piazza Affari continua però il profondo rosso per le banche: Mps -4,96%, Bpm -3,95%, Bper -3,14%, Unicredit -3,10%, Ubi Banca -2,69%. Il Ftse Mib è sostenuto dal rialzo della galassia Fiat: +4,76% Fiat Industrial dopo le dichiarazioni di Sergio Marchionne che ha annunciato il superamento di tutti gli obiettivi fissati nel 2011 e rivisti al rialzo durante l’anno e confermato i target ambiziosi per il 2012; + 3,69% Fiat. Bene anche Stm +3,57%, Ferragamo +3,34% e Pirelli +2,80%. Scintille per Rcs +20,86% all’indomani della riunione del patto finita con l’uscita di Diego Della Valle dal patto (e dal consiglio). In calo Edison -0,97% dopo la richiesta della Consob di un aumento del prezzo di Opa obbligatoria. I francesi di Edf, che non vogliono sborsare più di 0,84 euro, hanno preso tempo per decidere il da farsi sul futuro di Edison.