X

Giornata di realizzi in Borsa e Renzi esclude il ritorno dello Stato in Telecom attraverso Cdp

Dopo l’effetto Fed, sono scattate le prese di beneficio sulle Borse che risentono anche delle scadenze tecniche del giorno delle “tre streghe” (la chiusura di contratti di future e opzioni). In questi giorni aumentano i volumi di negoziazione e la volatilità dei listini. Il Ftse Mib cede l’1,31% con Telecom Italia -2,81% che perde più del mercato dopo le dichiarazioni del premier Matteo Renzi che sembra chiudere da subito le porte al possibile ingresso di Cdp in Telecom Italia.

“Non rispondo su aziende quotate e a mercati aperti: dico solo che il Governo in passato ha scelto la strada della privatizzazione, è stata fatta una scelta; sulle valutazioni dei soci di Telecom e Cdp non apro bocca e non proferirò nessun commento”, ha detto il premier rispondendo a una domanda sul possibile intervento di Cdp in Telecom per difenderne la strategicità a fronte della crescente presenza francese nel capitale.

Inoltre da Parigi ha fatto sentire la sua voce, intervistato per “La Stampa” da Leonardo Martinelli, Xavier Niel: la società, dice, potrebbe diventare un consolidatore in Europa. Niel si definisce un investitore industriale interessato a intervenire nella gestione, che non opera per conto di nessuno e quindi neanche di Orange. Parigi cede l’1,12%, Francoforte l’1,21% e Londra lo 0,76%. Madrid -1,63%, alla vigilia del voto di domenica.

In mattinata Tokyo ha chiuso in calo dell’1,9% dopo che gli investitori hanno giudicato troppo modesto il piano di acquisto di Etf annunciato dalla Bank of Japan che ha comunque sostanzialmente confermato l’attuale piano di stimoli ampliando la tipologia di asset. In particolare, l’istituto destinerà 300 miliardi di yen all’acquisto di Etf su azioni di aziende impegnate ad aumentare gli investimenti.

Ad appesantire gli umori il caso Ucraina: il Paese ha anticipato che non intende onorare il debito di tre miliardi nei confronti della Russia che deve essere pagato entro domenica 20 dicembre. Anche a Wall Street gli indici proseguono in territorio negativo. Il Dow Jones cede l’1,22% e l’S&P 500 lo 0,8%, dove sono in calo tutti i dieci settori dell’indice, soprattutto energia, trasporti e beni di consumo. Il Nasdaq cede lo 0,59% scendendo sotto i 5mila punti.

Sul fronte macroeconomico il Pmi servizi misurato da Markit è sceso in dicembre a 53,7 punti da 56,1 in novembre, sotto le attese degli analisti che si aspettavano un dato invariato. Si tratta inoltre della peggiore performance da 12 mesi. La Camera degli Stati Uniti ha approvato la legge finanziaria da 1.150 miliardi di dollari. Ora la palla passa al Senato che dovrebbe approvare il provvedimento senza alcun problema, per poi finire sulla scrivania di Barack Obama. Il petrolio Wti rimbalza dell’1% a 35,30 dollari al barile. Il cambio euro dollaro sale dello 0,19% a 1,0847.

A Piazza Affari sul Ftse MIb le vendite colpiscono Mediaset -2,98%, Moncler -2,95%, Ferragamo -2,4%, Cnh -2,34% e Prysmian -2,32%. Unicredit -1,83%. Secondo l’ad Federico Ghizzoni, la Banca non ha bisogno di un aumento di capitale perché è in grado di generarne a sufficienza per raggiungere gli obiettivi del piano triennale e ha già fatto accantonamenti pari a 12 centesimi per azione per l’eventuale distribuzione del dividendo sul 2015. Parmalat -0,17%. Il fondo Amber Capital, secondo quanto emerge dai documenti Consob, è tornato sopra il 2% del capitale di Parmalat.

In controtendenza Anima +1,3%, Yoox +1,18%, Saipem +1,01% dopo l’annuncio di una collaborazione con la norvegese Aker Solutions per lo sviluppo di progetti sottomarini in tutto il mondo. Fuori dal Ftse Mib Maire Tecnimont sale del 3,03% dopo una maxi commessa in Oman da 895 milioni di dollari.Dopo l’effetto Fed, sono scattate le prese di beneficio sulle Borse che risentono anche delle scadenze tecniche del giorno delle “tre streghe” (la chiusura di contratti di future e opzioni). In questi giorni aumentano i volumi di negoziazione e la volatilità dei listini.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati