Cambiamenti climatici, biodiversità, giovani, inclusione sociale: Torino li ha messi al centro delle sue manifestazioni, ma l’evento 2024 ha una portata straordinaria. La Terra oltre ogni aspetto ambientale e di devastazione climatica è il palcoscenico più aberrante degli ultimi anni. I cambiamenti climatici intervengono in aree con guerre, dittature, lotte religiose e fratricide. In tutto il mondo sono state organizzate centinaia di manifestazioni, 600 delle quali solo in Italia. D’accordo, il tema di quest’anno è la lotta alla plastica abbandonata, sia a terra sia in mare. Il recupero con il riciclo è un segmento virtuoso dell’economia, ma non viene vissuto come priorità da milioni di persone. C’è tantissimo altro prima.
Paesi ricchi e Paesi poveri
Le strategie industriali vanno bene in paesi dove l’organizzazione sociale e il livello culturale medio consentono di dedicarsi – ovviamente di più – a queste attività. Sono i Paesi ricchi che consumano e sprecano. Ma il vero salvataggio della Terra riguarda ormai le azioni politiche e militari incontrollate. Le Nazioni Unite, che dal 1970 hanno istituito questa giornata sull’onda di un disastro ambientale, hanno ormai l’ingrato compito di proteggere il pianeta dagli eventi climatici e da una sottovalutazione delle azioni pro ambiente. Hanno al tempo stesso la responsabilità di pacificare un mondo dove eserciti e follie militari dell’ambiente da tutelare non sanno che farsene.
Le priorità vanno in direzione opposta alle lotte climatiche. In più di un evento oggi si ricordano le tragedie in corso derubricando il grido di salviamo la Terra in appelli per la pace. Per questo non sarebbe stato inutile se anche l’Onu lo avesse ricordato con la forza necessaria nel suo messaggio di oggi. La liberazione dalla plastica passa per essere una cosa da ricchi. L’ambiente si salva quando non ci sono i bombardamenti.