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GIORNATA DEL RISPARMIO – Padoan: il capitale che manca a Mps e Carige verrà dai privati

Basta interventi pubblici a sostegno delle banche: Mps e Carige dovranno far fronte alle necessità di capitale emerse dagli stress test Bce con risorse private. Lo ha assicurato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo questa mattina al convegno romano organizzato dall’Acri in occasione della 90esima Giornata mondiale del risparmio. 

“Le residue necessità di capitalizzazione del nostro sistema saranno soddisfatte mediante la mobilitazione di risorse private”, ha detto il numero uno del Tesoro, sottolineando però che gli stress test hanno confermato “la complessiva resilienza del sistema bancario italiano nonostante l’impatto della crisi finanziaria e della recessione più lunga dal dopoguerra”.

Padoan ha poi ricordato che dal 2008 a oggi il sistema bancario italiano ha rafforzato il proprio capitale per 40 miliardi di euro complessivi, di cui 10 solo nell’ultimo anno, mentre il sostegno pubblico agli istituti non ha superato i quattro miliardi di euro, contro i 260 miliardi spesi dalla Germania, i 60 pagati dalla Spagna e i 40 messi sul piatto dalla Grecia.

Secondo il titolare dell’Economia, l’obiettivo del Governo è piuttosto di mettere al centro dell’agenda gli investimenti: sia in sede internazionale con la task force europea costituita durante l’Ecofin di settembre, sia in ambito domestico con una serie di progetti da sottoporre alla Bei su vari capitoli, fra cui la banda ultralarga, la rete stradale, il finanziamento delle reti d’impresa e il piano scuola. 

“Il governo intende rafforzare l’azione degli intermediari finanziari e l’offerta di finanziamento, agendo su diversi strumenti e settori – ha continuato il ministro –. Parallelamente intende sostenere la domanda di finanziamenti sollecitando investimenti da parte delle imprese”. 

Anche il taglio permanente del cuneo fiscale “è una misura strutturale che richiede risorse significative – ha sottolineato ancora Padoan – ma che a sua volta risulterà efficace nella misura in cui le imprese valuteranno opportuno effettuare nuovi investimenti, beneficiando anche di un più favorevole contesto regolamentare e istituzionale e di una pubblica amministrazione più efficiente”. 

In tema di fondazioni bancarie, inoltre, Padoan ha raccolto la proposta lanciata poco prima da Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, che aveva chiesto d’intervenire sulla legge quadro firmata nel 1999 da Carlo Azeglio Ciampi e da Giuliano Amato, rendendo alcuni obblighi più stringenti. 

In particolare, Guzzetti aveva sottolineato che le fondazioni devono diversificare gli asset, evitando però di contrarre debiti e di spendere denaro per investimenti speculativi: “Siamo disponibili a un incontro su questi temi quando l’Autorità di vigilanza lo riterrà opportuno”.   

Anche secondo Padoan “tra i progetti da portare avanti nell’immediato futuro nel settore finanziario occorre inserire anche una riflessione sulle Fondazioni bancarie. A 15 anni dall’approvazione della legge Ciampi è possibile valutarne gli effetti di lungo periodo e anche gli aspetti per i quali può essere opportuno integrarla, il che non richiede necessariamente un nuovo intervento normativo”.

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