Il prossimo 11 luglio Giorgio Armani compierà 89 anni e ieri a Piacenza, città dove è nato, l’Università Cattolica del Sacro Cuore gli ha conferito la laurea honoris causa in global business management. Non è il primo riconoscimento accademico ad honorem che Armani riceve: a Londra, sia il Royal College sia la Central Saint Martins lo avevano già laureato, così anche l’Accademia di Brera e, sedici anni fa, il Politecnico di Milano, che gli aveva consegnato una laurea in design industriale. Tutti questi titoli avevano sempre riconosciuto i meriti dello stilista, del creatore di moda, dell’uomo che ha ribaltato i luoghi comuni del vestire, ammorbidendo quello maschile e dando a quello femminile il tono giusto per competere alla pari nel mondo. Tutte le giovani donne che oggi hanno rotto il “tetto di cristallo” e sono al potere, devono qualcosa a ‘re Giorgio’ che aveva intuito, ormai mezzo secolo fa, il bisogno di rompere la barriera formale che impediva alla femminilità di esprimersi con autorevolezza e senza censurarsi. Si potrebbe dire che la famosa “giacca fluida” di Armani anticipava quel tema che oggi, prima ancora di riguardare l’identità di genere, tocca la cultura e la politica della differenza e della parità.
Riconoscimento per il suo ruolo da imprenditore
Ci sarebbe tanto da discutere su questo intreccio tra stile ed eleganza, costume e potere nella moda di Giorgio Armani, ma quello che oggi a Piacenza gli è stato riconosciuto, per la prima volta da una Università, è il suo ruolo di imprenditore: per questo la laurea in “rerum oeconomicarum” – come recita la proclamazione in latino – ha “un valore speciale” ha spiegato un emozionatissimo Armani alla platea soprattutto di studenti. Ha ricordato che, nel 1975, quando, dopo varie esperienza come creativo, aveva fondato la Giorgio Armani, aveva al suo fianco Sergio Galeotti e “lui si occupava del business, io della creatività”. Ma nel 1985 Galeotti è venuto a mancare, e Armani si è dovuto dolorosamente occupare in prima persona dell’azienda, per farla sopravvivere “Molti pensavano che non ce l’avrei fatta” ha ricordato Armani. Ce l’ha fatta, come sappiamo: “con impegno, dedizione e rigore, valori di famiglia” che consiglia ai giovani di usare anche “in un’epoca di successi effimeri. Pensando a voi studenti, con la mia storia posso dirvi che il lavoro vero porta lontano”. Solo così “ho trasformato un sogno in un gruppo solido”. Perché il sogno ci vuole, la passione è ciò che muove ogni impresa: “io sono un creativo razionale, ma la spinta nasce sempre dalla passione, ogni idea è frutto di un innamoramento e questo lavoro, che per me è la vita, è un continuo atto d’amore”. Oltre che un lavoro lungo e a tratti complesso, per il quale ha dovuto anche tenere a bada “la sempre presente timidezza”.
Gruppo Armani sinonimo di qualità, bellezza, misura, armonia
Più di due miliardi di euro di fatturato diretto nel 2022, 8300 dipendenti per il 63% donne, ben collocate anche nei ruoli dirigenziali, un panorama di successo manageriale oltre che stilistico: date le sue grandi capacità, nella gestione aziendale oltre che nella creazione di moda, poteva Giorgio Armani scegliere di sviluppare diversamente il suo gruppo, di seguire la strada che altri nel mondo hanno percorso per diventare grandi poli imprenditoriali del lusso, quotati in borsa? Ci sono stati momenti in cui questa prospettiva poteva essergli sembrata appetibile, ci sono stati molti aspiranti soci, importanti portatori di capitali e di promesse, ma Armani su questo non ha mai ceduto e cambiato idea: “con coraggio e fiducia ho sempre coltivato e difeso con fierezza la mia indipendenza, ascolto il parere degli altri ma sono io a prendere le decisioni, soppesando sempre rischi e benefici con un grande senso di responsabilità. In questo modo ho costruito un gruppo che nel mondo è diventato sinonimo di qualità, bellezza, misura, armonia”. Dopo la cerimonia un momento di confidenza: “la vita mi ha obbligato a fare un percorso molto impegnativo, dimenticando spesso me stesso, ed è grave, ve lo sconsiglio. Non dimenticate mai che quando tornate a casa avete un cane, un gatto, un bambino, un amore”.