Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen sono oggi in Emilia-Romagna per fare il punto sulla ricostruzione dopo le alluvioni dell’anno scorso. La visita non convince le migliaia di persone che aspettano i risarcimenti più volte promessi. Sono state annunciate manifestazioni di proteste con in prima fila centinaia di piccoli imprenditori. Oggi tuttavia dovrebbero essere annunciati 1,2 miliardi di euro dal Pnrr.
Sui risarcimenti per questi casi estremi non si fermano le polemiche sulle polizze da sottoscrivere da parte delle imprese. Una tassa a futura memoria perché i cambiamenti climatici sono imprevisti ma attesi. Un ossimoro? Tutt’altro.
Le calamità naturali mettono in ginocchio soprattutto il tessuto delle piccole imprese. Sono ormai un assillo costante, vista la velocità co le quali si verificano. I casi italiani più eclatanti ancora aperti sono, appunto, quelli di Emilia-Romagna e Toscana dove oggi dovrebbe arrivare una parola di verità. Tutti ricordano la premier con gli stivaloni a dare pacche sulle spalle. Quando poi siamo andati in giro per campagne e fattorie tra Modena, Bologna fino al mare, l’acqua in pianura non c’era più e tutto ricominciava aspettando qualche sussidio.
Autotutele senza lo Stato
Lo Stato ha chiesto alle imprese di assicurarsi entro il 31 dicembre di quest’anno. Secondo la legge di Bilancio sono obbligate a sottoscrivere una polizza con una compagnia assicurativa comprensiva di penalità fino a 500mila euro.
La copertura assicurativa serve ad alleggerire le richieste di risarcimento danni allo Stato. Come dire: se il clima ti danneggia veditela da solo, io non c’entro. Il governo, in pratica, si mette al riparo e le imprese devono caricarsi di una nuova spesa.
Cna, Confartigianato e Casartigiani, tre organizzazioni che pesano nel settore delle Pmi, sperano in uno slittamento della scadenza oltre il 31 dicembre 2024.
Alla Camera hanno chiesto la proroga di un anno per tutto ciò che può provocare un alluvione, una frana, un esondazione. Dall’altro lato il mercato delle assicurazioni allarga la sua base dovendo prevedere per legge, una franchigia fino al 15 per cento dei danni verificati.
Dalla visita di oggi potrebbe arrivare un segnale di pacificazione tra chi vanta dei risarcimenti statali e la premier che ha firmato una legge che esclude lo Stato da ciò che accade nei territori.