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Giorgia Meloni da Biden con tre dossier “caldi”: Ucraina, Africa e Cina

Imagoeconomica

Ucraina, Africa e Cina: saranno questi i temi centrali della due giorni a Washington della premier Giorgia Meloni, che oggi, 27 luglio, incontrerà alla Casa Bianca il presidente degli Stati Uniti Joe Biden (alle 21 italiane). Per la presidente del Consiglio il viaggio a Washington è un test importante: il faccia a faccia servirà non solo per dimostrare la piena sintonia tra i diversi colori politici delle due amministrazioni ma anche per rilanciare il pieno appoggio alla linea atlantista, confermando il totale sostegno – sul fronte economico e militare – all’Ucraina. Poi l’elefante nella stanza: la Cina, con l’incognita sulla Nuova Via della Seta. Infine, l’Africa. In particolare, la premier italiana cercherà di ottenere l’aiuto del presidente Usa per la stabilizzazione del continente – alla luce anche del tentato colpo di Stato in Niger – proiettato sempre più a est e sempre più distante dall’Occidente, ma anche per risolvere la questione che più preoccupa il suo governo, il fenomeno migratorio. Poi c’è la Tunisia. Il presidente Saied non intende procedere con le riforme chieste dal Fmi, senza le quali non erogherà i prestiti. Meloni spera che la questione venga risolta grazie all’amico americano, anche se la presidenza Biden ha già fatto sapere di non voler muovere passi ufficiali.

Il nodo Cina

La decisione italiana sulla Via della Seta è di grande interesse per gli alleati, visto che il governo italiano dovrà decidere entro dicembre se rinnovare o annullare l’accordo commerciale, firmato dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel 2019 e che ad oggi, rimane il solo Paese del G7 che è ancora partner del progetto. “Spetta all’Italia decidere quando e se uscire – ha detto il portavoce della Casa Bianca John Kirby – anche se tutti i paesi ormai si accorgono della pericolosità di fare accordi con la Cina”. Anche se la premier ha garantito “che non deluderà Washington” è altamente improbabile che l’annuncio ufficiale dell’orientamento italiano sulla Via della Seta arrivi oggi, dato che una dichiarazione di questo tipo potrebbe irritare non poco il presidente cinese Xi Jinping e compromettere i rapporti commerciali tra i due paesi. Tanto che il Global Times – in occasione dell’incontro tra Giorgia Meloni e Biden – ha lanciato un messaggio chiarissimo: “La decisione italiana sulla Belt and Road Initiative dovrebbe essere presa senza influenza americana”. Da parte loro, gli Usa non pretendono strappi brutali. Si tratta dunque di gestire la partita con attenzione. “Sul piano geopolitico – è la posizione italiana – la Cina è diventata un interlocutore imprescindibile. Intendiamo perseguire con Pechino un rapporto equilibrato e di dialogo responsabile”.

Meloni da Biden: tra i temi anche l’Africa

Altro nodo delicato del faccia a faccia è l’Africa, oggetto di interessi economici da parte di Russia e Cina. Da una parte c’è Vladimir Putin che nonostante l’isolamento dell’Occidente dovuto all’invasione ingiustificata dell’Ucraina, è ancora molto legato ai partner africani. Lo dimostra non solo la significativa presenza della compagnia Wagner – anche dopo il misterioso tentato golpe di Prigozin – ma anche la volontà del presidente russo di sfruttare il mancato rinnovo dell’accordo sul grano per blindare i rapporti con l’Africa: “La Russia è pronta a inviare grano gratuitamente nei Paesi africani nei prossimi 3/4 mesi”. Lo ha detto Putin, in apertura del summit con i Paesi africani a San Pietroburgo. E anche Xi Jinping non ha mai dimenticato la posta in palio come dimostra anche il recente tour del ministro degli Esteri cinese Wang Yi in Nigeria, Kenya, Sudafrica e Turchia e l’allargamento dei Brics.

L’Africa, in ogni caso, sarà anche il focus del G7 del 2024 a guida italiana. “Il tema dell’Africa – confermano fonti di governo – rappresenterà il filo rosso della missione”.

Nel suo incontro con Biden – che si colloca subito dopo la Conferenza di Roma sulla migrazione e lo sviluppo, dopo il Vertice FAO e dopo l’Accordo Ue-Tunisia – l’inquilina di Chigi cercherà di ottenere il sostegno americano alla sua nuova strategia per l’Africa, ossia quel Piano Mattei iniziato con il memorandum siglato tra Ue e Tunisia. In ballo c’è soprattutto la questione dei migranti che partono dalle coste del Nord Africa, ma anche la possibilità di un maggiore ruolo italiano in Libia e di sbloccare lo stallo in Tunisia. Il sostegno degli Usa all’intesa siglata a Tunisi con Ursula von der Leyen e Mark Rutte il mese scorso, per Meloni potrebbe essere decisivo per persuadere il Fondo monetario internazionale a sbloccare i prestiti per il Paese nordafricano.

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Categories: Politica