Aspettiamo di vedere il risultato finale del giro di nomine europee per giudicare, ma fin da ora il men che si possa dire del modo in cui il Governo, e soprattutto il Mef guidato da Giancarlo Giorgetti, sta gestendo le candidature italiane per due poltrone chiave, come quella di membro esecutivo nel board della Bce, e quella per la presidenza della Bei, non poteva davvero essere più pasticciato di cosi.
Ieri il Presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, ha annunciato che, alla scadenza dei termini per la presentazione della candidature per la sostituzione nel board della Bce di Fabio Panetta, che nelle prossime settimane diventerà il nuovo Governatore della Banca, l’unico candidato è Piero Cipollone, attuale vicedirettore generale di Via Nazionale. La candidatura sarà discussa all’Eurogruppo del 15 settembre a Santiago de Campostela in Portogallo. Retromarcia dunque in piena regola di Giorgetti, che nei giorni scorsi aveva fatto filtrare la sua preferenza per la Bce per l’ex ministro dell’Economia Daniele Franco. Giorgetti si era confuso? Chi lo ha indotto a ripensarci? La Meloni? La Banca d’Italia? Chissà.
Ora comunque si ricambia tutto e, dopo un nuovo colloquio con Franco, Giorgetti ha rilanciato la candidatura del suo predecessore al ministero di via XX Settembre per la presidenza della Bei, dove però i concorrenti non mancano e sono agguerriti. Il Governo italiano è convinto della validità della proposta Franco e “registra che nelle ultime settimane è cresciuto il consenso in ambienti europei alla candidatura italiana”. Speriamo che sia davvero così e che alla fine l’Italia porti a casa la nomina di Cipollone, molto sponsorizzata dalla Banca d’Italia, al vertice della Bce e quella di Franco alla presidenza della Bei. Ma una cosa è certa ed è che, dopo questa vicenda, la pasticciata gestione delle nomine europee del Governo ha fatto perdere altra credibilità internazionale all’Italia e sinceramente non se ne sentiva il bisogno. Giorgetti (e forse non solo lui) giù dalla torre.