Dopo l’umiliazione ricevuta dalla premier Giorgia Meloni e dal suo capocordata leghista Matteo Salvini sulla extratassa sulle banche, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti rialza la testa. L’aveva già fatto nel fine settimana sponsorizzando apertamente la candidatura del suo predecessore Daniele Franco nel board della Bce, ma lo ha fatto ancor di più ieri al Meeting di Cl di Rimini avvertendo che la prossima manovra di bilancio, dove bisognerà trovare almeno 30 miliardi senza fare deficit, “sarà complicata” e che i sogni elettorali della Lega e di Fratelli d’Italia dovranno restare nel cassetto. Per fortuna. Le poche risorse disponibili saranno destinate ai redditi medio-bassi e alla crescita ma di pensioni e di flat tax non se ne parla. L’abolizione della legge Fornero e l’abbassamento dell’età pensionistica non è più in programma: “Nessuna riforma previdenziale può reggere con i nostri numeri della natalità” avverte il ministro che manda in archivio anche i sogni della destra sulla flat tax. Bravo Giorgetti, finalmente un bagno di realismo. Ora bisognerà vedere se la Meloni e soprattutto Salvini, alla patetica ricerca di recuperare consensi elettorali a tutti i costi, reggeranno. Ma il primo passo di Giorgetti va nella direzione giusta.