Ma miccia è divampata all’improvviso, quasi inaspettata. Sembrava una protesta come tante, e invece quella degli automobilisti francesi, che contestano l’aumento del prezzo dei carburanti (la Francia è uno dei Paesi Ue dove il rifornimento costa di meno, ma Macron ha aumentato l’accisa) e anche il nuovo limite a 80 km/h nelle strade extraurbane. Disposizioni, che secondo decine di migliaia di automobilisti, soprattutto quelli della provincia che sono costretti a usare la macchina tutti i giorni, anche per andare a lavorare, sono inaccettabili. La rabbia si è organizzata in un movimento chiamato “gilets jaunes” (gilet gialli, a richiamare i gilet catarifrangenti che si usano in caso di emergenza in autostrada), che sabato ha organizzato manifestazioni di protesta in tutto il Paese, alle quali hanno partecipato quasi 300.000 persone. Una protesta feroce che ha portato a oltre 400 feriti (di cui 7 gravi) e a un morto. Ci sono stati anche 73 fermi per i disordini provocati. I feriti e il morto, va detto, non sono stati conseguenza di scontri con la polizia ma delle tensioni scatenate bloccando il transito agli altri automobilisti e ai conseguenti incidenti provocati.
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Gli automobilisti contestano non solo l’aumento della benzina e il nuovo limite di velocità sulle strade statali, ma soprattutto la tendenza del governo ad assumere politiche che disincentivano l’utilizzo dell’auto, penalizzando i milioni di automobilisti che non ne possono fare a meno. La protesta è partita dalla Bretagna, regione rurale al Nord-Ovest della Francia, dove una signora di nome Jacline ha scatenato l’inferno postando un video di sfogo su YouTube, immediatamente condiviso da migliaia di altri utenti: “E’ una vera persecuzione, dall’incremento dei radar e quindi delle multe, all’inasprimento dei requisiti per i collaudi, agli aumenti dei pedaggi. Non siamo tutti come Macron che vive a Parigi e ha l’autista”. Mentre infatti la capitale francese sta diventando sempre più ecologica grazie a una politica di pedonalizzazione e di potenziamento dei mezzi pubblici soprattutto nel centro storico, in provincia non è la stessa cosa. Le distanze sono più ampie e i collegamenti con mezzi di trasporto pubblico non sono così all’avanguardia. Una nuova grana per Macron, che l’opposizione ha immediatamente cavalcato, in maniera bipartisan: hanno dato il loro sostegno ai manifestanti sia Marine Le Pen che il radicale di sinistra Jean-Luc Melenchon, entrambi sconfitti dall’attuale presidente alle ultime elezioni.