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Gibellina, città simbolo del terremoto del Belice ricorda Ludovico Corrao e l’impegno per l’arte

FIRSTonline - Lorenzo Gennari

Il terremoto del Belice del 1968 è un ricordo lontano, ma le opere d’arte presenti a Gibellina ne tengono viva la memoria. E non solo ai siciliani, evidentemente, perché le iniziative culturali di rinascita non si contano. Quel vasto territorio della provincia di Trapani ha ripreso a vivere e vuole svilupparsi ancora rigenerando colture, tradizioni contadine e sostenibilità. Gibellina resta il simbolo di una disgrazia naturale in una parte d’Italia povera e mortificata dalle scelte politiche di chi contava allora. Giovedi 13 ottobre nel Museo del Grande Cretto (Chiesa di Santa Caterina) si presenta il secondo volume “Fascino dei luoghi tra Arte Storia Natura e Ambiente della Provincia di Trapani”. È l’ edizione dedicata a Ludovico Corrao, un nome che i siciliani non hanno mai dimenticato. Senatore della sinistra, di professione avvocato, sindaco di Gibellina per 25 anni è da tutti riconosciuto come l’artefice e il protagonista della ricostruzione del Belice. Ma era anche un’esteta, amante dell’arte, sostenitore della forza trainante del lavoro artistico. L’arte è sinonimo di bellezza, piacere di vivere, diceva nelle fasi dure della ricostruzione. Per questo portò nel Belice artisti del calibro di Pietro Consagra, Alberto Burri, Ludovico Quaroni e tanti altri. Dell’arte all’aperto, esposta, viva, ne fece una filosofia in tutti i luoghi del potere. Tenne insieme sviluppo, creatività, ambiente, rapporti umani, prima di essere assassinato nel 2011 da un immigrato bengalese.

Una ricostruzione senza arte non crea piacere di vivere

Chi visita la città vede installazioni come il Mac Ludovico Corrao, la Fondazione Orestiadi, il Museo delle Trame Mediterranee, il Cretto. Giovedi 13 ottobre il libro sarà presentato accanto alla grandiosa opera di Land Art , al Museo del Grande Cretto, voluto dal Sindaco Salvatore Sutera. L’evento si svolge nella chiesa di Santa Caterina, l’unica rimasta indenne al sisma e poi restaurata rispettando l’originale architettura. Nell’occasione saranno esposte decine di fotografie e la documentazione storica con i progetti del Cretto creato da  Alberto Burri . Ricordiamo ancora una volta la potenzialità di questo territorio, luoghi intrisi di storia che, se sapientemente valorizzato, sarà capace di arricchire l’offerta artistico-culturale, dicono gli organizzatori. Esperimenti di questo tipo connessi all’ambiente incontaminato e alla vitalità dei siciliani se ne sono già visti in altre parti della Sicilia. Si può fare anche qui. L’obiettivo del secondo volume – dopo il primo del 2019 – vuole essere di stimolo per le nuove generazioni e raccontare attraverso la lettura, la curiosità della storia, per suscitare l’interesse, valorizzare e arricchire la vicenda millenaria di questi luoghi. La gente è fiera del proprio passato e di un territorio dalle infinite potenzialità. Ne è convinto il sindaco Sutera per il quale dopo tanti anni in cui si è puntato sulla cultura, attraverso iniziative atte valorizzare il patrimonio d’arte contemporanea presente a Gibellina “ora si deve puntare a rendere economico questo patrimonio per la città”. Il Comune vuole accorciare le distanze del Belice dal resto d’Italia, facendo diventare la città simbolo della distruzione di una Sicilia dimenticata ,attrattore per il turismo. I terremoti ,purtroppo, si ripetono ancora ,ma il Belice e Gibellina sono l’esempio di dove una ricostruzione senza memoria nel rispetto dell’ambiente e delle tradizioni non crea piacere, né voglia di vivere.

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