Il ministro delle Poste giapponese Mikio Shimoji ha reso nota l’intenzione del Governo giapponese di quotare in Borsa, a partire dal 2015, le azioni della Japan Post Holdings Co, la società postale pubblica, allo scopo di finanziare la ricostruzione delle aree che lo scorso anno sono state devastate dal terremoto, dallo tsunami e dai danni agli impianti di energia nucleare.
Nessun dettaglio è stato diffuso sull’entità dell’operazione e sul ricavo atteso, ma il quotidiano Nikkei ipotizza che la quota che il Governo collocherebbe sul mercato sarà di due terzi del capitale della società, per una raccolta di 7.000 miliardi di yen (pari a 87 miliardi di dollari).
La quotazione di Japan Post, che è l’istituto di risparmio più grande del paese e ha un patrimonio netto di circa 11.000 miliardi di yen, sarebbe la più grande dai tempi, il 1997, della quotazione dell’azienda ferroviaria Central Japan Railway Co..
Prima che l’operazione vada a buon fine, però, ci sono alcuni scogli da superare: l’opposizione, data per certa, dei grandi istituti di credito giapponese, che temono che il governo, che continuerà ad essere socio di minoranza d Japan Post, possa avvantaggiare la società, e anche l’incertezza politica che vige nel Paese, dovuta alle elezioni in vista per agosto del 2013.