Neanche il Giappone è immune al rallentamento globale. Nel secondo trimestre Tokyo ha registrato una crescita realte del Pil dello 0,3% rispetto ai primi tre mesi del 2012 e dell’1,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Pur tratandosi del quarto rialzo trimestrale di fila, il dato è notevolmente inferiore al +5,5% tendenziale del primo trimestre e soprattutto inferiore al +2,7% atteso dagli analisti (su base congiunturale le stime prevedevano +0,6%).
Due i motivi principali della frenata dell’economia nipponica. Innanzittutto a livello nazionale si è registrata una brusca caduta dei consumi con un +0,1% su base annua. Inoltre il grande salto del Pil nel primo trimestre era dovuto soprattutto alle sovvenzioni per l’acquisto di nuove automobili e agli aiuti pubblici alla ricostruzione del dopo-Fukushima, più limitati nel secondo trimestre.
Ma il rallentamento è dovuto anche all’export più debole (+1,2%), intaccato dalla crisi ella zona euro e l’indebolimento dell’economia cinese. Al contrario gli investimenti delle imprese private sono aumentate dell’1,5% segnando un risultato decisamente migliore delle attese, e gli investimenti pubblici sono cresciuti dell’1,7%.
Secondo Motohisa Furukawa, il ministro dell’Economia, il Giappone nei prossimi trimestri il Pil continuerà a crescere ma in maniera moderata. Compito del governo nopponico sarà “vigilare su altri e possibili rallentamenti a livello globale” e “seguire attentamente” le possibili turbolenze delle economie internazionali.
Ma come nel caso cinese, il rallentamento dell’economia nipponica aumenta le possibilità di nuove misure di stimolo da parte delle autorità. Il governatore della Banca centrale Masaaki Shirakawa ha già sottolineato il pericolo di una ricaduta sull’economia giapponese della crisi della zona euro.
Oggi le Borse asiatiche hanno chiuso deboli, vicine alla parità.