L’indice regionale asiatico Msci Asia Pacific è rimasto all’incirca costante, ma è risalito dalle perdite dopo che la Banca del Giappone ha innalzato da 66 a 76 trilioni di yen il suo programma di acquisto di attività finanziarie. L’aumento – di 10 trilioni – fa il paio con l’analogo stimolo di bilancio in preparazione e fra i due assommano a circa il 4% del Pil nipponico. Il mercato azionario giapponese ha visto una rara divaricazione, con il Nikkei che è sceso e il Topix (che per la verità è più rappresentativo) che è salito.
In questo scorcio d’anno i mercati sono scossi dai tira e molla sul ‘fiscal cliff’. Ieri il pendolo oscillava verso il pessimismo, ma l’accordo è inevitabile, e Obama ha il coltello dalla parte del manico. I repubblicani sanno che l’inazione porterebbe a grossi aumenti d’imposta, col venir meno dei tagli alle aliquote legiferati sotto Bush, e i sondaggi d’opinione confermano che la maggioranza degli americani riterrebbe i repubblicani responsabili del mancato accordo.
L’euro si mantiene sopra quota 1.32, l’oro è ben sotto quota 1700 e il petrolio avanza a 89 $/barile.