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Giappone, anche le geishe rischiano il lavoro

In Giappone le opportunità di lavoro per le geishe, peraltro notevolmente diminuite di numero, si stanno drammaticamente riducendo, causa la chiusura di molti locali in cui erano solite esibirsi.

Giappone, anche le geishe rischiano il lavoro

Il Giappone è il Paese delle geishe, uno dei simboli, insieme ai samurai, ai lottatori di sumo e ai manga, cui è affidata agli occhi del resto del mondo l’identità nazionale. Eppure le opportunità di lavoro per le geishe, peraltro notevolmente diminuite di numero, si stanno drammaticamente riducendo, causa la chiusura di molti locali in cui erano solite esibirsi. Questa la ragione per cui un gruppo di geishe di Hachioji, centro urbano compreso nell’agglomerato metropolitano di Tokyo, hanno deciso di uscire dal loro privato “mondo fluttuante” (‘ukiyo’ in giapponese) e proporre a un pubblico più ampio le loro raffinate abilità di intrattenimento. Così, in giro per Tokyo, si possono vedere geishe abbigliate con splendidi kimono danzare elegantemente al suono dello shamisen in qualche manifestazione di promozione turistica, o addirittura vestire i panni di popolari personaggi degli ‘anime’ per allietare i clienti di un sushi bar o di un karaoke. “Il numero di posti dove per tradizione possiamo lavorare sta diminuendo a vista d’occhio,” dice Megumi, proprietaria di una “geisha house” e presidente di un’associazione locale di geishe, “è per questo che dobbiamo correre ai ripari e trovare altri luoghi dove esibirci”. Lo ‘hanamachi’ – o quartiere delle geishe – di Hachioji era famoso un tempo, quando la città vantava un’industria tessile fiorente e molti imprenditori fungevano da patroni di quelle geishe che erano l’ornamento dei locali esclusivi dove, oltre che per divertirsi, si andava per stipulare lucrosi contratti d’affari. Il declino dell’industria tessile nel secondo dopoguerra ha profondamente trasformato il quartiere e molti dei ristoranti di lusso in cui le geishe erano di casa sono stati demoliti per fare posto a palazzine residenziali e a parcheggi. Prima della guerra, l’hanamachi contava circa 200 geishe, negli anni Novanta non più di 8. Megumi, insieme ad altre geishe dalla moderna visione imprenditoriale, oltre a cercare nuovi sbocchi lavorativi, hanno dato vita a un’intensa campagna di reclutamento per rimpinguare il numero di geishe della propria comunità. L’impegno ha dato i suoi frutti e le maiko, le aspiranti geishe, sono più che raddoppiate. Il tutto con la disapprovazione delle più anziane e conservatrici, secondo cui una geisha che si rispetti non dovrebbe mai occuparsi di reclutarne un’altra.


Allegati: Asahi

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