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Giacomo Matteotti: le celebrazioni nel centenario della sua morte 1924-2024 e la nuova Casa-Museo

Studio Esseci

Il 10 giugno 1924, Giacomo Matteotti, giovane deputato socialista rodigino, veniva brutalmente assassinato da 5 squadristi fascisti. Ad essere colpito a morte fu il più coraggioso oppositore del regime fascista, l’uomo che aveva avuto il coraggio e la dirittura morale di condannare i brogli elettorali messi in atto dalla dittatura e la corruzione presente nel Governo presieduto da Benito Mussolini.

A Rovigo, per le Celebrazioni si è costituito un Comitato Provinciale, presieduto dal Sindaco di Fratta Polesine, comune natale di Matteotti

La Lancia Kappa targata Roma 55-12169 usata da Dumini, Volpi, Viola, Malacria e Poveromo per il sequestro di Giacomo Matteotti.

Al Comitato si sono attivamente affiancate la Regione del Veneto e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Quest’ultima si è assunta l’onere del completo restyling della Casa Museo di Matteotti a Fratta Polesine e del finanziamento di una mostra commemorativa programmata in Palazzo Roncale, a Rovigo. In previsione del Centenario, l’attività del Comitato Provinciale ha preso il via già da due anni, con un ricco programma di incontri, iniziative rivolte all’intera popolazione, altre alle fasce giovanili, altre a pubblici specializzati, condotte in modo capillare in tutto il territorio polesano ma non solo.

In questi anni il Comitato si è fatto promotore di una intensa attività scientifica con le Università di Ferrara e Padova

Per ilVia Flaminia, 18° km, venne trovata la giacca insanguinata.

Nel centenario una nuova Casa museo

Per il centenario, a Rovigo la figura di Matteotti verrà ricordata da una originale mostra curata dal professor Stefano Caretti, tra i massimi studiosi di Matteotti e di storia del socialismo, docente di Storia contemporanea all’Università di Siena. La mostra sarà in Palazzo Roncale, a Rovigo, dal 5 aprile al 7 luglio 2024. A promuoverla sono il Comitato Provinciale per il Centenario di Matteotti, la Regione del Veneto, con il sostegno di Fondazione Cariparo, la collaborazione della Direzione Musei regionali Veneto del Ministero della Cultura e il patrocinio del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della morte di Giacomo Matteotti, della Fondazione di studi storici “Filippo Turati” di Firenze e della Fondazione Giacomo Matteotti di Roma. Attraverso un percorso di immagini e documenti la mostra su Matteotti intende offrire al contempo informazione e formazione al pubblico più vasto e soprattutto ai giovani. Lo spazio della nuova Casa Museo sarà un luogo di riflessione sulle immagini di un Paese in uno dei momenti più critici della sua storia e per la lettura critica e potente della figura centrale di Giacomo Matteotti per la storia italiana contemporanea.

L’angolo tra il Lungotevere e via Scialoia dove l’auto dei sicari attendeva il passaggio di Matteotti

La Casa Museo prevede un percorso che inizia al piano terra, dalle stanze della quotidianità: la cucina, la sala da pranzo, lo studio-biblioteca. Accanto ai semplici mobili di casa, il nuovo progetto di allestimento svilupperà in questi ambienti il racconto del Polesine che Matteotti conobbe da ragazzo. Al primo piano, con le camere da letto, la biblioteca di famiglia, il pianoforte e lo spazio dedicato alla musica, rivivranno i legami e le passioni di una famiglia colta, capace di tessere importanti relazioni, pur da questo angolo di Polesine, anche in virtù di parentele illustri come quella con il baritono Titta Ruffo, cognato di Matteotti. Il potere evocativo delle testimonianze private, una volta saliti al secondo piano, farà posto alle immagini e alle voci della vicenda pubblica di Matteotti e all’eredità antifascista nel tempo presente, suo grande lascito morale e politico.

Ingresso Casa Museo Giacomo Matteotti

Idealmente il percorso si estende oltre il perimetro della Casa Museo, nel piccolo borgo di Fratta Polesine. Sul fiume che lambisce il giardino di Casa Matteotti si specchiano ben tre ville storiche: Villa Badoer, capolavoro cinquecentesco del Palladio, Villa Avezzù, elegante dimora veneta, e la Villa dei Carbonari, dove si formò uno dei primi nuclei della Carboneria italiana. Una storia che attraversa i millenni, come è testimoniato dalla Necropoli di Frattesina, la più estesa d’Europa, e dai reperti conservati al Museo Nazionale Archeologico, ospitato da una delle barchesse di Villa Badoer.

La nuova casa Matteotti
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