In occasione del centenario del 10 giugno dell’assassinio fascista del valoroso parlamentare socialista socialista Giacomo Matteotti il Comune di Roma ha preparato una targa da esporre sulla facciata del palazzo di via Pisanelli, nel quartiere Flaminio, dove visse il martire antifascista. “In questa casa – recita la targa predisposta dal Comune della Capitale – visse Giacomo Matteotti fino al giorno della morte per mano fascista. Roma pose cent’anni dopo in memoria del martire del socialismo e della democrazia”. Ma i condomini non ne vogliono sapere: la targa deve essere più piccola di quella proposta (80 cm di larghezza, 90 cm altezza e 3 cm di spessore) perché “troppo impattante”, ma soprattutto va tolto il riferimento alla “mano fascista” perché “rischierebbe di attirare atti vandalici”. Come se oggigiorno non esistessero tecnologie che permettono di identificare e perciò di dissuadere o punire i vandali. Chissà cosa direbbe Matteotti di fronte a un atteggiamento così pusillanime dei condomini del palazzo in cui visse. Perfino la premier Giorgia Meloni, che non pronuncerebbe mai la parola antifascismo nemmeno sotto tortura, ha dovuto riconoscere per la prima volta alla Camera che Matteotti fu ucciso da “squadristi fascisti“. Solo i condomini di via Pisanelli nascondono la testa sotto la sabbia. Vergogna, pusillanimi veri o falsi che siate.