Con i mercati non si scherza. L’Italia non può seguire il modello tedesco. Il debito è un macigno che pesa sulla crescita economica
L’annuncio delle misure espansive da parte della Germania ha comportato un immediato aumento dei tassi a lungo termine di 40 punti base. E ciò è accaduto malgrado che la Germania abbia un debito al 62 per cento del Pil, meno della metà di quello italiano.
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Se l’Italia annunciasse qualcosa di simile, rischierebbe di finire come il Regno Unito durante il premierato di Liz Truss, il cui governo è durato meno di due mesi a causa della reazione negativa dei mercati all’annuncio di un sostanziale aumento del deficit. Con i mercati non si scherza. Peraltro, non si capisce come si possa dire che facendo più debito si cresce di più. Questo può essere vero nel brevissimo periodo (uno o due anni), ma alla lunga il debito è un macigno che pesa sulla crescita economica e sul benessere di una nazione. Italia docet.
Milanese, si laurea alla Bocconi nel 1975 e consegue il dottorato in Economia al MIT. Nel 1980 entra al Servizio Studi della Banca d’Italia, dove si è occupato inizialmente di mercato monetario e banche e successivamente della costruzione e dell’utilizzo del modello econometrico dell’economia italiana. Nel 1992 assume la responsabilità della direzione Internazionale del Servizio Studi e partecipa ai principali negoziati monetari europei e internazionali. Nel 1995, viene chiamato a dirigere il Centro Studi di Confindustria. Nel 2001 diventa direttore generale di Ania, l’associazione delle imprese di assicurazioni. Nel 2009 torna in Confindustria con il ruolo di direttore generale. Dal 2013 al 2018 è stato deputato nelle lista Lombardia 1 del Partito Democratico. È stato membro della Commissione Bilancio e, su designazione della Presidente della Camera, focal point dell’Ocse presso la Camera dei Deputati