Brutte notizie per la Germania. A marzo secondo la lettura preliminare, l’indice Pmi manifatturiero tedesco di Markit Economics è sceso a 44,7 punti dai 47,6 punti di febbraio. Un calo ingente, il peggiore degli ultimi 6 anni e mezzo, che tra l’altro gli analisti non si aspettavano (il consensus era a 48 punti). Il dato si allontana sempre di più dalla soglia psicologica di 50 punti che separa la crescita dalla recessione.
Giù anche l’indice preliminare Pmi dei Servizi, calato a 54,9 punti dai 55,3 punti di febbraio. Gli analisti si attendevano 54,8 punti.
Infine, il dato preliminare del Pmi composito, che combina l’indice dei servizi con quello del manifatturiero, scende a 51,5 punti, contro i 52,8 punti di febbraio. Il dato è inferiore al consensus (52,8 punti).
Dopo i dati tedeschi, le Borse sono passate in negativo: Piazza Affari è la peggiore, con un ribasso dello 0,93%. Giù anche Parigi (-0,78%), Madrid (-0,61%9 e Francoforte (-0,67%). Fuori dall’area euro viaggia in rosso anche Londra (-0,78%) dopo l’accordo del Consiglio Ue su Brexit.
Reagisce anche l’euro. La moneta unica, che trattava a 1,1390 in apertura dei mercati continentali, è scivolata a 1,1301. L’euro arretra anche a 125,20 yen (126,04 il cambio ieri sera e questa mattina) e a 0,8629 sterline (da 0,8677 di ieri sera e 0,8650 di questa mattina).
Sull’obbligazionario viaggia in rialzo lo spread, che arriva a 244.6 punti base (+3%) con un rendimento del 2,452%.