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Geotermia senza certezze. In Toscana i sindacati chiedono gare e nuove concessioni. Decreto Fer 2 in ritardo

Pixabay

Due anni sprecati per le nuove concessioni per la geotermia in Toscana. Scade il 31 dicembre prossimo il secondo anno per la continuità delle attività delle centrali. Le attuali concessioni scadranno tutte nel 2024. Sono gestite dall’Enel, ma in base all’ordinamento regionale le gare per il rinnovo vanno indette tre anni prima della scadenza e quindi entro il 31 dicembre 2021. Quest’anno è passato senza la pubblicazione di bandi. La situazione sembra peggiorare di mese in mese sebbene si sia aperto qualche spiraglio di continuità operativo con il gestore attuale.

Senza rinnovo delle concessioni o nuovo affidamento sono a rischio oltre 4000 posti di lavoro, un piano di sviluppo di 3 miliardi di euro e 200 MW di nuova potenza elettrica. Nonostante l’alto valore energetico a basso impatto ambientale di cui gode la Regione con il 34% di energia prodotta da 34 centrali, le Segreterie nazionali di Flaei, Filctem e Uiltec hanno chiesto al Ministro dell’ambiente Pichetto Fratin e al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani l’avvio di un negoziato che scongiuri ogni rischio economico ed occupazionale. Ci vuole “l’apertura immediata di un tavolo tecnico di confronto, per affrontare il cuore del problema, nel quale anche le OO.SS. possano esprimere in modo compiuto il loro punto di vista” scrivono i sindacati.

La geotermia in Toscana ha uno sviluppo per i prossimi 15 anni

Le geotermia viene difesa dai cittadini che sono storicamente legati alla fonte dal sottosuolo. Gli esempi di investimenti e di capacità nell’innovazione tecnologica hanno stimolato nuove ricerche e studi in altre Regioni. Ma i ritardi accumulati nella procedura di rinnovo delle concessioni toscane hanno determinato un quadro di incertezza nel settore. Sono a repentaglio non solo lo sviluppo della risorsa del sottosuolo, ma anche il mantenimento dei livelli di produzione di elettricità. Nella Regione leader della geotermia, la produzione, oggi è pari a quella di oltre 2 milioni di famiglie italiane. Lo stato di fatto per i sindacati sta avendo ripercussioni sul tessuto socio-economico regionale ed interregionale. In particolare perché molte aziende dell’indotto non riescono a programmare il proprio futuro. Il piano di sviluppo (cuore vero) delle nuove concessioni riguarda i prossimi 15 anni. Tuttavia la Regione, in mancanza delle gare, ha chiesto al Ministero la proroga delle attuali concessioni dell’Enel. È l’unico spiraglio degli ultimi due anni. La proroga garantirebbe l’attuazione del piano di sviluppo, ancorché discordante con la legge regionale che prevede, appunto, l’indizione di gare pubbliche.

Senza nuove gare si possono prorogare le concessioni attuali

I sindacati si dicono interessati alla proroga automatica e ricordano che nella UE non esiste una norma che obblighi a pubblicare avvisi di gara per il rinnovo. “In tutti i Paesi dove è presente la geotermia – scrivono – non è prevista alcuna gara, ma un rinnovo automatico sino a quando la presenza della risorsa ne consente l’utilizzo”. In ogni caso se Ministero e Regione dovessero adeguarsi a questa metodologia in realtà non applicherebbero la regola emanata dalla Regione stessa e, più in generale, verrebbero meno ai principi sulla liberalizzazione delle concessione dei servizi pubblici.

Va bene ? E tutte le battaglie politiche e sindacali per avere trasparenza, affidabilità e qualità nella gestione dei servizi ? D’altra parte la riforma dei servizi pubblici pubblici locali è una delle principali richieste dell’Unione Europea. “Quale che sia la procedura di rinnovo delle concessioni in scadenza, riteniamo importante che essa sia affidata ad un unico operatore, altamente qualificato nell’utilizzo di questa risorsa, con un’esperienza internazionale nel settore”, rispondono i sindacati.

Il contesto specifico resta intricato, perché sebbene fonte rinnovabile inserita nel PNRR , la geotermia sconta anche l’altro ritardo del decreto Fer 2 per i finanziamenti. È atteso da anni, ha rafforzato il suo valore con la transizione energetica finché non è stato lasciato in eredità al governo Meloni. “Il decreto Fer 2 è alle battute finali”, ha detto Pichetto Fratin dando fiducia soprattutto alla burocrazia ministeriale. Ma il tempo perso tra Roma e Firenze sta aprendo la strada ad approcci impropri, come può essere il rinnovo automatico di convenzioni in essere che assolutamente non piacciono all’Europa.

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Categories: Economia e Imprese