Il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, si è recato negli Usa per la sua prima visita ufficiale alla Casa Bianca nel corso della quale incontrerà il presidente americano Donald Trump. Nel corso dell’incontro, in programma per oggi alle 15, ora locale (le 21 in Italia) i due leader tratteranno i temi più importanti dell’ultimo periodo: la Siria, la Libia, la contrarietà italiana a politiche protezionistiche che danneggino gli scambi e le economie mondiali, il rilancio dell’Italia e del vecchio continente, le spese militari.
Prima però il Premier si è recato a Washington al think tank “Center for strategic and international studies” (Csis), dove ha parlato de “La sicurezza nel Mediterraneo come caposaldo della stabilità globale”. Bisogna “mitigare la tempesta” della crisi migranti nel Mediterraneo, un “mare che ha giocato un ruolo cruciale nella storia umana e che continua ad avere una importante influenza sull’umanità ma che negli ultimi anni è stato associato a caos e frammentazione”.
“La Libia rimane in cima alle nostre priorità. Paese in cui più chiari sono gli errori della nostra visione passata. La partnership Italia-Usa non solo è un’opportunità ma un dovere”.
“Adesso – ha puntualizzato Gentiloni – è il momento per Usa e Italia di lavorare insieme per stabilizzare la situazione in Libia”. Nessuna divisione, ma al contrario “un confronto tra attori globali e poi tra i sunniti, ma non penso che la divisione della Libia in due diverse parti, una più vicina all’Egitto e l’altra più islamica sia una buona idea perché potrebbe portare più destabilizzazione e intervento esterno”.
Nel corso del suo intervento il Premier ha ribadito le priorità italiane: “la gestione efficace dei flussi di migranti verso l’Europa, la stabilizzazione del Medio Oriente e dell’Africa e la lotta contro il terrorismo e in particolare Daesh”. Secondo Gentiloni serve “cooperare per evitare conflitti e gestire meglio le crisi”.
Il Presidente del Consiglio ha parlato anche del giornalista italiano Gabriele Del Grande, arrestato in Turchia: “spero che il problema sia rapidamente risolto”. Questo, ha sottolineato, è “solo un esempio del fatto che abbiamo bisogno di un impegno su un processo inclusivo” di tutta la popolazione turca, nel “rispetto dei diritti fondamentali”, ha aggiunto più in generale della situazione in Turchia.