I piani per la ricostruzione del Ponte Morandi e per il ritorno alla normalità di Genova non sono ancora chiari e le opzioni sul tavolo del Governo sono molte e spesso tra loro contraddittorie, ma di sicuro la Cassa depositi e prestiti, la società del Tesoro e delle Fondazioni bancarie che gestisce 250 miliardi del risparmio postale degli italiani, avrà un ruolo fondamentale di regia. La visita di ieri a Genova del nuovo Ad della Cdp, Fabrizio Palermo, è un segnale eloquente, anche se il manager s’è guardato bene dal rilasciare dichiarazioni.
Non si capisce ancora se la Cdp sarà chiamata ad entrare nel capitale azionario di Autostrade assumendo una partecipazione che le permetta di avere molta voce in capitolo ma di sicuro avrà un ruolo guida nella fase operativa della ricostruzione e cioè del rifacimento del Ponte Morandi, dopo che sarà abbattuta la parte tuttora pericolante, della riattivazione della normale viabilità e dalla ricostruzione delle case e del quartiere colpito nei giorni scorsi dal tragico crollo del Ponte.
Per svolgere al meglio il suo ruolo di regista della ricostruzione la Cassa depositi e prestiti si avvarrà della collaborazione – sopratutto tecnica – delle sue controllate e cioè di Ansaldo, Saipem, Snam, Fincantieri e Terna, che al loro interno hanno professionalità di primo piano (soprattutto ingegneri ma non solo) che in questa fase possono diventare molto preziose. “Se vogliono – ha detto ieri l’Ad di Fincantieri, Giuseppe Bono – il cavalcavia Morandi lo rifacciamo noi: in Belgio stiamo costruendo quattro ponti e abbiamo le competenze necessarie. Se ce lo chiedono siamo pronti”.
Naturalmente i ruoli delle diverse società che ruotano in area pubblica sono tutti da definire e anche a questo servirà la regia di Cassa depositi e prestiti, ma l’emergenza chiama a una generale mobilitazione su cui il Governo intende far leva. A partire da subito.