L’assemblea annuale di Generali è stata marcata dall’assenza di due azionisti chiave: Francesco Gaetano Caltagirone (6,19%), e la holding della famiglia Del Vecchio, Delfin (9,93%). Al contrario, hanno partecipato Mediobanca (con una quota del 13,11%), i Benetton (con il 4,83%) e la Fondazione Crt (con il 1,92%), rappresentando complessivamente il 49,79% del capitale, in calo rispetto all’anno precedente. Questa assenza sembra anticipare possibili tensioni riguardo al rinnovo del consiglio di amministrazione e al mandato del ceo Philippe Donnet, entrambi in scadenza l’anno prossimo.
Nonostante ciò, sono stati approvati con una larghissima maggioranza tutti i punti all’ordine del giorno: il bilancio 2023, un dividendo in crescita del 10,3%, e il riacquisto di azioni proprie e le modifiche statutarie. Tutti con un sostegno schiacciante dal 99% dei voti favorevoli. Sotto la soglia del 97% sono scesi solo i voti sulle remunerazioni, la prima sezione della relazione approvata dal 95,6% e la seconda dal 96,8% del capitale presente.
Il titolo è debole a Piazza Affari: perde lo 0,52% a 22,97 euro per azione.
Generali, Caltagirone e Delfin: una convivenza difficile
Questa non è la prima volta che Caltagirone, Delfin e il management di Generali si trovano in disaccordo. Nel 2022, insieme ad altri investitori, hanno sostenuto un candidato alternativo per la carica di ceo, sfidando Donnet, che alla fine è stato confermato con il supporto del board uscente e di Mediobanca.
L’assenza dei due azionisti all’assemblea di oggi sembra indicare una possibile nuova fase di tensione, soprattutto alla luce delle proposte di modifica del Ddl Capitali, che riguardano la possibilità per il consiglio uscente di presentare una lista di candidati per il rinnovo del consiglio stesso.
Generali, ok al bilancio 2023 e al dividendo da 1,28 euro
Il ceo Philippe Donnet ha presentato i risultati finanziari positivi dell’anno precedente, evidenziando una crescita record del risultato operativo e dell’utile netto. Ha confermato la solidità finanziaria del gruppo e la prospettiva di raggiungere gli obiettivi prefissati per l’anno in corso. Donnet ha anche anticipato il nuovo piano industriale, incentrato sulla sostenibilità e sull’innovazione, che sarà presentato nel gennaio 2025.
In particolare, il 2023 si è chiuso con utile netto di 1,4 milioni di euro, i maggiori profitti di sempre – 3,6 miliardi di euro in crescita del 14,1% rispetto all’anno precedente – e un margine operativo lordo di 6,9 miliardi (+7,9%). Inoltre, è stato deciso di distribuire agli azionisti un dividendo di 1,28 euro per azione a partire dal 22 maggio 2024. Tuttavia, le azioni negoziate a partire dal 20 maggio 2024 non avranno più diritto al dividendo. Questa proposta di dividendo porta a un pagamento totale di 1.987 milioni di euro.
In aggiunta, è stato approvato un piano per l’acquisto di azioni proprie nell’ambito del piano strategico 2022-24. Questo piano prevede una spesa massima di 500 milioni di euro e l’acquisto di azioni non superiori al 3% del capitale sociale della compagnia.
Infine, l’assemblea ha dato il via libera al Long Term Incentive Plan di Gruppo (LTIP) per il periodo 2024-2026, che prevede l’assegnazione di un massimo di 10,5 milioni di azioni.