Pioggia di numeri in arrivo dai big della finanza italiana.
Il gruppo Generali ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un risultato operativo di 3,6 miliardi (+3,9% su anno) grazie “al contributo di tutti i segmenti di business”, si legge in una nota. I premi sono aumentati del 6,1%, a quasi 50 miliardi, “per effetto del positivo sviluppo di entrambi i segmenti di business, con un’accelerazione del Danni (+2,7%) e una raccolta netta Vita nuovamente in crescita a 8,6 miliardi (+3,3%)”.
L’utile netto risulta in crescita del 26,8%, a 1,855 miliardi, grazie anche alla performance non operativa e al risultato delle dismissioni. Infine, il gruppo assicurativo sottolinea la solidità della propria posizione di capitale, con Regulatory Solvency Ratio al 200% ed Economic Solvency Ratio al 221%, “nonostante la volatilità dei mercati finanziari”. Il combined ratio si conferma a “ottimi livelli” (92,8%).
“È un momento molto importante per Generali, mancano due settimane alla presentazione del nuovo piano – ha sottolineato il general manager, Frederic de Courtois, nella conference call di commento dei numeri di bilancio – siamo molto soddisfatti dei risultati del terzo trimestre, positivi e in linea col piano, che ci rendono fiduciosi di potere raggiungere gli obiettivi di piano a fine anno”.
UNICREDIT
Quanto a Unicredit, il terzo trimestre si è chiuso con un utile di soli 29 milioni per due ragioni: la svalutazione da 846 milioni della quota nella turca Yapi e l’incremento degli accantonamenti per le sanzioni americane in fase di liquidazione. L’utile rettificato è pari infatti a 875 milioni, superiore del 4,8% su base annua ma inferiore ai 907 milioni previsti dal consensus di mercato.
Il margine di intermediazione è salito invece del 2% su anno, a 4,8 miliardi, con interessi netti a 2,76 miliardi (+7,2%) e commissioni a 1,6 miliardi (+2,5%). I costi operativi sono calati del 7,7%, a 2,6 miliardi, per un rapporto cost/income sceso al 53,8%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 è al 12,11% su basi fully loaded.
Unicredit ha aggiornato i target del piano Transform 2019 per “riflettere un contesto macroeconomico difficile, parzialmente mitigato dalle decisive azioni intraprese nel terzo trimestre 2018 e dal continuo successo nell’esecuzione” del piano, “in anticipo rispetto a quanto previsto”. L’istituto ha limato il target di ricavi per l’esercizio in corso a 19,7 miliardi da 20,1 e parallelamente abbassato quello sui costi da 11 miliardi a una quota inferiore. Rivisto al ribasso anche l’obiettivo sul Cet1 tra il 12% e il 12,5% rispetto alla precedente indicazione “sopra il 12,5%”.
Unicredit ha anche comunicato per la prima volta l’obiettivo degli utili per il 2018: la Banca si attende profitti superiori a 2,8 miliardi e sopra 3,6 miliardi su basi rettificate. Confermato il target per il 2019 a 4,7 miliardi con un Rote superiore al 9%. Nel corso di una conference call con le agenzie di stampa, l’a.d. Jean Pierre Mustier, ha sottolineato che per i ricavi 2018 viene confermato l’obiettivo sull’insieme di margine di interesse e commissioni (18,1 miliardi) e che la revisione è dovuta a una approccio estremamente prudente sulla Turchia e sul trading.
“I nostri risultati sono positivi e i nostri risultati operativi sono estremamente forti” nonostante il difficile contesto, ha continuato Mustier. “Come team continuiamo a concentrarci sull’esecuzione di Transform 2019, che resta in anticipo sul piano, e continueremo a lavorare duramente per confermare Unicredit come un vincitore paneuropeo”.
BANCO BPM
Risultati molto positivi per Banco Bpm, che archivia i primi nove mesi dell’anno con un utile netto pari a 524,5 milioni, dai 52,7 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno scorso. Nel solo terzo trimestre dell’anno, la banca ha realizzato un utile netto di 171,9 milioni di euro, superiore al consensus, che si fermava a 165 milioni.
Tornando al periodo gennaio-settembre, il margine di interesse si è attestato a 1,73 miliardi, al netto delle riclassifiche dei principi contabili Ifrs 9 il dato si attesta a 1,57 miliardi rispetto a 1,55 miliardi dei primi nove mesi del 2017. Il risultato lordo di gestione è stato di 1,68 miliardi, rispetto agli 1,16 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. Al netto delle riclassifiche legate all’Ifrs 9 e delle plusvalenze legate a componenti non ricorrenti, il risultato lordo di gestione a fine settembre è risultato pari a 1,22 miliardi, da 1,17 miliardi (+3,7%).
Le rettifiche nette su finanziamenti alla clientela sono pari a 953,9 milioni che, al netto dell’Ifrs 9, si attestano a 793,0 milioni rispetto ai 987,8 milioni dei primi nove mesi 2017. Il livello di rettifiche su crediti, aggiunge l’istituto di credito, “riflette un approccio valutativo rigoroso per mantenere elevati livelli di copertura, finalizzato a cogliere eventuali ulteriori opportunità per l’accelerazione del processo di derisking”.
Sul fronte patrimoniale, il Cet1 ratio Ifrs9 phased-in si è attestato al 13,2%, quello fully phased all’11,2%. Lo stock dei crediti deteriorati netti è risultato pari a 9,1 miliardi di euro, in calo di 3,9 miliardi rispetto a fine 2017 (-30%), mentre il coverage sui crediti deteriorati è salito al 50,6% dal 48,8% del 2017 e rispetto alle sofferenze ammonta al 65,0% (contro 58,9%).
Tornando ai risultati del terzo trimestre, nel mese di settembre la banca ha perfezionato la cessione a Bnp Paribas Securities Services delle attività di banca depositaria e fund administration. Il controvalore dell’operazione, pari a 200 milioni, ha comportato un impatto positivo netto di 145 milioni sul conto economico del periodo luglio-settembre.