All’attesissima assemblea generale della prossima primavera delle Generali, il ceo Philippe Donnet non potrebbe presentarsi meglio. Il 2024 consacra le Generali come regina assoluta di Borsa delle blue chip europee delle assicurazioni con un rialzo che sfiora il 50% in un anno, che le permette di sopravanzare nettamente le tradizionali rivali di Allianz e Axa. In Italia Unipol ha fatto +138% ma non è classificata tra le blue chip europee delle assicurazioni. Nemmeno in America le blue chip della assicurazioni – American Group e Metlife – hanno saputo far meglio di Generali.
Oltre all’ottima performance di Borsa Donnet si presenterà all’assemblea con un bilancio in piena salute e con un profilo internazionale sempre più spiccato che potrebbe nelle prossime settimane essere arricchito dalla conclusione di qualcuno dei tanti deal in fieri. Ora la domanda che il mercato si fa è molto semplice: di forte a risultati del genere, che farebbero la felicità di qualunque azionista, come farà Francesco Gaetano Caltagirone, che è il terzo azionista della compagnia con una quota del 6,92% dietro Mediobanca e Del Vecchio, a chiedere ancora una volta il ribaltone del vertice e il cambio del Ceo? Già nella precedente assemblea i fondi internazionali dimostrarono, a suon di voti, di preferire la lineare gestione di Donnet ai disegni destabilizzanti di Caltagirone di cui il mercato non tollera gli evidenti conflitti di interessi con le sue attività immobiliari. Ma ora che argomenti potrebbe mai usare il costruttore ed editore romano, le cui manovre sul Ddl Capitali con il sottogoverno meloniano non sono sfuggiti al mercato, per scalzare Donnet? Non se ne vedono proprio e non per caso la Borsa ha premiato il Ceo in carica.