Tra Generali e Intesa Sanpaolo sarà scontro o si arriverà a un matrimonio su basi industriali? L’incertezza resta grande e i segnali sono altalenanti. Nei giorni scorsi il presidente di Generali, Gabriele Galateri, aveva cautamente manifestato disponibilità a “valutare” (che non vuol necessariamente dire “approvare”) eventuali proposte di accordi industriali avanzati da Intesa Sanpaolo, a cui ha risposto in modo egualmente prudente il presidente della banca, Gian Maria Gros-Pietro.
Nel frattempo però Generali alza i suoi presidi e, dopo la ristrutturazione della sua quota del 3% nella banca guidata da Carlo Messina, risulta che ad oggi il Leone di Trieste possieda il 4,492% di Intesa Sanpaolo. È quanto emerge dal sito dell’istituto. Oltre al 3,04% annunciato venerdì dopo aver ristrutturato il precedente prestito titoli, la compagnia assicurativa detiene un altro 1,0845% in prestito titoli.
Il totale dei diritti di voto si attesta quindi al 4,492%. In realtà si tratta di una situazione temporanea, perché le Generali torneranno a detenere il 3,4% di Intesa non appena sarà smobilizzata la residua porzione del prestito titoli in essere, cosa che avverrà a breve. Il 3,4% di Intesa comprenderà invece la quota del 3,04% che la compagnia ha reso noto di aver acquisito venerdì scorso, a cui vanno aggiunti i titoli già in possesso di Generali.
Ora comunque le attenzioni di spostano su Intesa, dove domani è in programma una riunione del Cda su argomenti di ordinaria amministrazione. E’ però improbabile che Messina lanci nuovi segnali perché l’istruttoria della banca su eventuali aggregazioni industriali con Generali nel rispetto del paradigma dell’istituto su patrimonio, dividendo e redditività non è ancora finita.