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Generali, per i Benetton schierarsi con Caltagirone non è stato un grande affare: hanno perso due volte

L’alleanza dei Benetton con Caltagirone nella battaglia delle Generali è stata una vera debacle per la famiglia veneta: ha perso l’assemblea del Leone e ha inutilmente bruciato 60 milioni

Generali, per i Benetton schierarsi con Caltagirone non è stato un grande affare: hanno perso due volte

Per i Benetton schierarsi con la lista di Francesco Gaetano Caltagirone nella sfida delle Generali contro il Ceo Philippe Donnet e Mediobanca, non si può proprio dire che sia stata una grande idea: hanno perso un sacco di soldi e hanno perso la battaglia per la conquista della prima compagnia assicurativa e mai e poi mai sono riusciti ad aprire un dialogo tra i due fronti come si riprometteva Alessandro Benetton, il nuovo presidente di Edizioni, la holding che raccoglie tutte le principali partecipazioni azionarie della famiglia veneta.

Per presentarsi all’ultima assemblea delle Generali come socio di peso, esattamente il terzo azionista singolo dopo Caltagirone e Leonardo Del Vecchio e dietro naturalmente a Mediobanca, che del Leone è il primo azionista, i Benetton – attraverso la controllata Schematrentatre – hanno acquistato un nuovo pacchetto di 12,5 milioni di azioni Generali, pari allo 0,79% del capitale. Con questa operazione i Benetton, che già detenevano il 3,97% del Leone sono saliti al 4,76%.

Ai Benetton la battagli in Generali con Caltagirone è costata una partita virtuale di 60 milioni

Purtroppo per loro la mossa si è rivelata del tutto inutile sul piano generale perchè la lista Caltagirone è uscita nettamente sconfitta dall’assemblea, dominata dalla lista del cda uscente capeggiata da Donnet e sostenuta da Mediobanca. Ma soprattutto l’operazione si è rivelata costosissima perchè, alle quotazioni di Borsa di giovedì scorso, il pacchetto di azioni dei Benetton registra – come ha segnalato Mf – una minusvalenza teorica di oltre 60 milioni. Un vero salasso, ha scritto il quotidiano finanziario, che costa caro alla famiglia veneta e che offusca l’immagine del presidente Alessandro Benetton, che nei mesi scorsi aveva condotto una serie di operazioni interessanti – dall’Opa su Atlantia alla conclusione della cessione di Aspi fino alle nozze tra Autogrill e Dufry – ma che evidentemente non si rivela quel Re Mida che alcuni suoi cantori descrivevano.

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